Deluse le aspettative
Governo Meloni, ancora stallo su Consulta e presidenza Rai: fumata grigia sulla sanità
Vertice a Palazzo Chigi, ma l’accordo sui medici di famiglia non è stato raggiunto

L’attesissimo vertice di centrodestra ha in parte deluso le aspettative. Del resto, tra direzione nazionale di Forza Italia e consiglio federale della Lega, gli ingredienti non erano pochi. Anzi, puntavano a una discussione che vertesse su temi strettamente politici. Anche in Parlamento non sono mancate le scintille sul caso Paragon tra governo e opposizioni, con Palazzo Chigi pronto alle vie legali contro chi accusa l’esecutivo di aver spiato i giornalisti. Invece il vertice di maggioranza è stato estremamente pragmatico e connesso ad alcune delle materie al centro dell’attenzione del governo.
Al vertice hanno preso parte Meloni, Tajani, Salvini, Lupi, il ministro della Salute Schillaci, dell’Economia Giorgetti e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Fedriga in rappresentanza delle Regioni. In agenda, oltre al tema del carico fiscale (tanto caro alla maggioranza), c’era la sanità. Tra liste d’attesa, riorganizzazione della medicina territoriale dalle famose “Case di Comunità” previste dal Pnrr, fino ai 40mila medici di base oramai al collasso, un presidio fondamentale per l’efficienza del sistema sanitario. Sul punto non è stata ancora trovata una soluzione, tanto che il presidente Fedriga si è limitato a commentare: “Abbiamo inquadrato la situazione”.
Il governo ribadisce come la sanità sia al centro dell’azione politica, e il ministro Schillaci chiosa parlando di un “confronto ampio su sanità e medici di famiglia”. Come accennato, ci sono anche le scadenze del Pnrr nel 2026 che obbligano Stato e Regioni a trovare la quadra proprio sui presidi sanitari locali. Che dovrebbero raggruppare – questa era l’idea originaria – i medici di base frazionati tra studi singoli e associati, per riorganizzare anche le risorse e garantire un’equa distribuzione del lavoro. Ma il punto che fa storcere il naso alla Fimmg (sindacato di categoria) è lo status di dipendente del sistema sanitario che il medico di medicina generale andrebbe ad assumere con le Case di Comunità, perdendo l’attuale natura ibrida di libero professionista convenzionato (ipotesi gradita, a quanto si apprende, dalla FpCGIL). Tema che ha visto Forza Italia presentare una propria proposta di riorganizzazione della medicina territoriale che non mette in discussione la convenzione. “Fumata grigia”, insomma, ma è chiaro che il tavolo andrà riaperto con una certa celerità. Fonti del governo fanno sapere che l’obiettivo è quello di rendere il “servizio sanitario nazionale più efficiente e soprattutto più equo”.
Altro tema centrale è quello che riguarda l’elezione dei quattro giudici della Corte Costituzionale mancanti; fino a ora la fumata del Parlamento è stata di un nero intenso, e senza possibili vie d’uscita all’orizzonte. Tanto che è filtrato anche un certo nervosismo del Quirinale per questo stallo. Alla base di tutto manca l’accordo con l’opposizione sui nomi che la maggioranza ritiene di poter accettare e sui quali bisognerà trovare l’intesa. È un punto su cui il governo non può mancare l’appuntamento con la Costituzione, che sul punto è esplicita. Domani potrebbe essere l’occasione per sciogliere il primo nodo, proprio quello della Consulta. Un altro stallo riguarda la presidenza Rai, una casella che deve essere riempita e su cui trovare la quadra.
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