Una ragazza accasciata a terra agonizzante in una pozza di sangue, con le caviglie spezzate, segni di tagli all’addome e lesioni alle parti intime. È questo il terribile scenario che i soccorritori si sono trovati davanti il pomeriggio del 29 aprile a Pompei. Dopo ore di indagini non si esclude nessuna pista o ipotesi sulla morte di Grazia Severino, anche quella del possibile suicidio.

Il 30 aprile avrebbe compiuto 24anni, solo poche ore dopo la sua morte avvenuta all’ospedale San Leonardo di Castellammare dopo che il suo corpo è stato trovato vicino a un garage di via Carlo Alberto (I traversa) vicino casa sua. A nulla sono valsi i tentativi di soccorso da parte dei sanitari: Grazia è morta mezz’ora dopo essere arrivata in ospedale mentre sua madre le stava preparando la torta per il compleanno.

In un primo momento gli investigatori avevano ipotizzato una violenza sessuale. I tagli all’addome e le caviglie spezzate, forse nel tentativo dei suoi aguzzini di tenerla ferma, avevano subito lasciato spazio all’ipotesi di una violenza. Poi il ritrovamento della borsa della ragazza vicino a una finestra al quarto piano della palazzina hanno lasciato spazio all’idea che Grazia possa essersi suicidata.

La ragazza si sarebbe ferita con delle forbici che avrebbe comprato la mattina, poi, trovando il portone aperto della palazzina vicino casa, sarebbe salita al quarto piano e si sarebbe lasciata cadere dal finestrone nelle scale spezzandosi le caviglie nella caduta. Accanto alla finestra sono stati ritrovati la sua borsa e le forbici con cui Grazia si potrebbe essere inferta i colpi. A provocare le altre lesioni potrebbero essere stati alcuni ferri che erano sulla strada.

A far propendere le indagini verso l’ipotesi di suicidio sarebbe anche il fatto che Grazia soffriva di disturbi psichici. Gli investigatori hanno ascoltato amici e parenti che ne hanno delineato un quadro inaspettato. Studiava Matematica all’Università di Fisciano ed era afflitta da una grave forma di anoressia che non le dava tregua. Repubblica riporta che la sua psichiatra, sentita dagli investigatori in serata, le aveva prescritto alcuni farmaci che però a quanto risulta non prendeva da qualche giorno.

“Sono sconvolta, la mia amica stava uscendo da un periodo buio dovuto all’anoressia – ha detto un’amica a Repubblica – Ma era una splendida persona, innamorata del prossimo che cercava di aiutare in ogni modo. Basta, per capirci, che vi racconti come faceva la volontaria alla mensa dei poveri e quale spirito di solidarietà la animasse; frequentava la parrocchia del Sacro cuore, aveva tanti buoni sentimenti”. Solo l’autopsia potrà chiarire quanto è avvenuto in quel caldo pomeriggio di aprile.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.