La Russia sconfitta e piegata, in ginocchio per le sanzioni, prepara la guerra atomica. Fantastico. Questa è una barzelletta inventata naturalmente da tutti i servizi di intelligence e di informazione occidentale, principalmente anglosassoni, a noi propinati. Pari pari, la trovate su alcuni giornali italiani. Sul Corriere della Sera la trovate scritta ancora meglio di come è stata pensata. E’ una balla. Quello che sta succedendo è l’esatto opposto. Ovvero, da qualche tempo – anche più di un mese – in Ucraina russi e americani trattano tra di loro. Trattano i militari. Trattano il rilascio dei prigionieri e lo scambio dei prigionieri. Trattano i territori da abbandonare e quelli da conservare.

Tutta questa poderosa offensiva fatta con le armi americane, che continuano ad arrivare perché tanto sono pagate e saranno pagate da noi, (quindi all’industria bellica americana conviene questa ‘offensiva‘), è in realtà l’arretramento della Russia su certi confini sui quali vorranno impostare una trattativa. Però Zelensky resisteva fino a qualche giorno fa, recitando l’ordine di scuderia e diceva “nessuna trattativa”, anche se trattava i prigionieri di Azov e alcuni territori.

Allora Putin ha detto ‘vi mando 300mila riservisti. Abbiamo anche l’atomica’. Ma prima di dirlo si è accordato col cinese Xi Jinping, del quale i giornali occidentali dicono sia molto dubbioso su questa guerra. Come dubbioso? Hanno deciso insieme di invadere l’Ucraina e insieme stanno decidendo che deve finire. Putin fa il suo annuncio “terrificante” e Xi un’ora dopo dice “allora bisogna farla finita in Ucraina”.

L’Europa muta, silenziosa, zitta, ha lasciato fare la guerra. L’ha lasciata trascinare. Non ha detto una parola sul negoziato e non dice neppure una parola adesso sul fatto che la guerra debba finire con un negoziato. Quando il negoziato si farà e Putin otterrà il Donbass e la Crimea, uno potrebbe chiedersi se questo non si potesse fare il secondo mese, forse anche alla fine del primo, lasciando perdere questi morti, queste sofferenze. No, non si poteva fare perché in questa guerra è stata sconfitta l’Europa, l’idea dell’Europa unita. E poi l’Europa nei suoi minimi particolari produttivi. I più forti si preparano ad accaparrarsi tutto e i danni di guerra li faranno pagare all’Europa e in particolare a noi.

Il discorso del gas è un’altra barzelletta perché il prezzo del gas si fa in Paesi che il gas ce l’hanno e addirittura ce lo rivendono a prezzi più alti dei russi. Erdogan che tratta con Putin lo ottiene, noi invece stiamo a terra. Le nostre bollette vanno alle stelle e il prossimo governo che verrà dopo le elezioni avrà a che fare con questo problema.

Se invece di mandare armi avessimo fatto un esercito europeo e ci fossimo frapposti tra i due contendenti? Non si può perché fare un esercito europeo è da guerrafondai. Ma invece mandare le armi per far combattere gli altri al posto tuo è da pacifisti? E’ evidente che qui c’è qualcosa che non quadra. L’Italia in Europa ha fatto una figuraccia, ci hanno portato all’ultimo banco, dove stanno quelli con le orecchie d’asino. Il nostro premier ha messo le orecchie d’asino all’Italia. I presiti ottenuti li dovremo restituire ma la guerra non l’abbiamo né fermata né alzato la voce per dire ‘basta’.

Ora lo diranno i russi, i cinesi, gli americani (sottobanco) che però propagandano la sconfitta di Mosca perché se sui giornali non ci sarà una forte propaganda per dire “la guerra è finita perché la Russia l’ha persa” non potranno firmare una trattativa perché altrimenti qualsiasi idiota potrebbe alzare la mano e dire “scusate ma questa trattativa non la potevate fare senza migliaia di morti?“. No, non si poteva fare perché i morti servivano a rilanciare le industrie belliche americane e inglesi e a mettere sotto il tallone la manifattura e l’industria europea.

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Direttore editoriale di Riformista.Tv e TgCom