Lo ha dovuto ammettere lo Zar in persona: le sanzioni internazionali che da 13 mesi colpiscono la Russia, da quando il presidente Vladimir Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, possono avere “un effetto negativo” sull’economia russa, quindi è necessario “lavorare sulla domanda interna“.

La confessione del leader di Mosca, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti, sarebbe arrivata del corso di un incontro con gli altri membri del governo. Le sue parole, nello specifico, sarebbero state: “Le restrizioni illegittime imposte all’economia russa a medio termine potrebbero effettivamente avere un impatto negativo su di essa”. “A questo proposito”, ha aggiunto ancora Putin, “dobbiamo garantire un costante aumento della domanda interna”.

D’altra parte Putin col suo consueto tono propagandistico ha anche ribadito nonostante l’isolamento internazionale disposto dai paesi occidentali “l’andamento positivo” dell’economia russa a partire dallo scorso luglio, dovuto a suo dire alla nuova centralità degli imprenditori russi in settori prima occupati da imprese occidentali, e allo sviluppo dei legami “con le economie in rapida crescita dei paesi dell’est e del sud”.

Il Wsj: “Economia russa sta per crollare”

Le parole di Putin fanno il paio con l’analisi sostenuta in un lungo articolo pubblicato oggi dal Wall Street Journal, secondo il quale “l’economia russa sta per crollare“. Il più importante quotidiano economico degli Stati Uniti in particolare scrive che le entrate del governo russo si sono ridotte e che l’economia nazionale si è spostata su una traiettoria di crescita inferiore, probabilmente a lungo termine.

Il problema maggiore per Mosca è legato alla scommessa, clamorosamente persa, sul fronte energetico: Putin era convinto infatti di poter utilizzare le forniture energetiche russe per limitare il sostegno dell’Europa occidentale all’Ucraina. I paesi europei più dipendenti dal petrolio e dal gas russo hanno però trovato alternative da altri partner e così le entrate energetiche del governo, sostiene il Wsj, sono diminuite di quasi la metà nei primi due mesi di quest’anno rispetto allo scorso anno, mentre il deficit di bilancio si è approfondito.

Non solo. Il rublo, la valuta russa, è scesa di oltre il 20 per cento da novembre rispetto al dollaro, mentre la forza lavoro si è ridotta negli ultimi mesi con le decisioni prese da parte del Cremlino, tra i giovani spediti al fronte ucraino per combattere e chi invece è riuscito a fuggire dal paese per paura proprio di un eventuale arruolamento.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia