I “cari amici” Xi Jinping e Vladimir Putin sono tornati ad incontrarsi a Mosca. Il presidente cinese e il suo omologo russo hanno avuto un primo faccia a faccia al Cremlino, in quello che è il primo viaggio all’estero del leader comunista di Pechino dalla sua rielezione e il primo leader mondiale ad incontrare Putin dopo il mandato di arresto internazionale spiccato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del Presidente russo perché “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”.

Il presidente cinese ha definito nell’incontro al Cremlino il presidente russo Putin “un caro amico“. “I nostri paesi devono avere stretti rapporti“, ha aggiunto Xi, come riporta Ria Novosti. “Guardiamo con interesse alle proposte della Cina per risolvere la crisi in Ucraina“, ha sottolineato il presidente russo a quello cinese all’inizio del loro incontro al Cremlino, occasione per “discutere” il piano cinese di pace, ha aggiunto ancora Putin, seduto assieme a Xi Jinping davanti a un caminetto di marmo bianco con decorazioni dorate

Noi siamo aperti ai negoziati”, ha aggiunto lo Zar, affermando che una soluzione diplomatica per l’Ucraina deve tenere conto del “principio della sicurezza indivisibile di tutti i Paesi”.

Quanto a Xi Jinping, il presidente cinese si è detto convinto che i cittadini russi sosterranno Putin alle prossime elezioni presidenziali del 2024. “So che le prossime elezioni presidenziali si svolgeranno nel vostro Paese l’anno prossimo. Grazie alla sua forte leadership, negli ultimi anni la Russia ha compiuto progressi significativi in termini di successi e prosperità del Paese” ha dichiarato Xi all’inizio di un incontro con Putin, come riporta Interfax. “Sono sicuro che il popolo russo la sosterrà con forza nei suoi buoni propositi”, ha detto il leader cinese.

Oltre alle relazioni economiche tra i due Paesi, sempre più forti per l’isolamento internazionale che ‘stringe’ la Russia a causa della sanzioni occidentali, l’altro tema forte del faccia a faccia tra i due presidenti, che proseguirà nei prossimi due giorni in colloqui più ampi con funzionari di entrambi i Paesi, è l’Ucraina.

Lo scorso 24 febbraio la Cina aveva messo sul tavolo 12 punti intitolati “Posizione per la soluzione politica della crisi ucraina”, qualcosa di troppo entusiasticamente definito “Piano di pace”. Pechino chiedeva un cessate il fuoco, il rispetto della sovranità, il rigetto di una mentalità “da Guerra Fredda”, “moderazione” da tutte le parti in campo per “evitare che la situazione sfugga al controllo”. La Cina rivendica una posizione super partes ma difatti rinnova e conferma costantemente la “partnership strategica” con la Russia anche in funzione di contrappeso alle strategie occidentali. La guerra in Ucraina ha danneggiato gli interessi della Cina nella filiera commerciale, per i rincari sulle materie prime sul mercato mondiale, in una NATO più forte e unita, con il riarmo di Giappone e Germania, con i rapporti militari tra Stati Uniti e Taiwan rinforzati.

Pechino non ha mai condannato l’invasione russa, non l’ha mai neanche definita una “guerra” quanto piuttosto una “crisi”, si è anche astenuta dal votare una risoluzione di condanna all’Assemblea delle Nazioni Unite e si è opposta all’adozione di sanzioni internazionali contro la Russia. Si sono fatti sempre più insistenti nelle ultime settimane i rumours sui media secondo cui l’intelligence americana è preoccupata da presunte forniture di armi dalla Cina alla Russia. Washington ha smentito, Pechino ha confermato la sua neutralità. Kiev non ha chiuso al piano cinese. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelenksy si era detto interessato a sapere cosa il Presidente cinese intenda per “rispetto dell’integrità territoriale”.

La risposta statunitense non si è fatta attendere. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha evidenziato che se la Cina lancerà un appello per un cessate il fuoco durante la visita di Xi a Mosca, Kiev dovrebbe respingerlo, “cosa che faremo anche noi”, perché “fondamentalmente ratificherebbe ciò che (i russi) sono stati in grado di conquistare dentro l’Ucraina e darebbe loro tempo e modo di prepararsi”.

Ancora più dure le parole del segretario di stato Usa Antony Blinken, che in una conferenza stampa a Washington commentando la visita del presidente cinese a Mosca ha sottolineato che “il mondo non deve essere ingannato da alcuna mossa tattica della Russia sostenuta dalla Cina”.

Redazione

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