Hassan Nasrallah è morto. La conferma, nella tarda mattinata di sabato 28 settembre, arriva dalla stessa Hezbollah che saluta il “martire” capo storico del partito di Dio da oltre 30 anni. Mentre l’Iran annuncia l’intenzione di inviare truppe in Libano nelle prossime settimane. Una situazione incandescente dopo l’intensa giornata di bombardamenti di venerdì 27 settembre tra Beirut e il sud del Paese dei Cedri, “è difficile credere che Nasrallah ne sia uscito vivo” spiegava al Jerusalem Post un funzionario israeliano riferendosi soprattutto al massiccio raid aereo avvenuto in serata sul quartier generale centrale di Hezbollah a Beirut con jet israeliani che hanno preso di mira un bunker del Partito di Dio a Beirut e disintegrato i palazzi da sette piani che esistevano sopra il nascondiglio.

Il funzionario ha specificato che Nasrallah, era uno degli obiettivi dell’attacco che ha ucciso “Muhammad Ali Ismail, il comandante dell’unità missilistica di Hezbollah nel sud del Libano, e il suo vice”, oltre ad “altri alti funzionari”. Anche per i media israeliani, a partire dal The Times of Israel, non è sopravvissuto all’attacco su Beirut.

“Nasrallah è morto, Hezbollah smantellato”, l’annuncio dell’esercito israeliano

Ad annunciare la morte del leader di Hezbollah è l’esercito israeliano. “Hassan Nasrallah non potrà più terrorizzare il mondo” si legge sul profilo di X delle forze di difesa israeliane. “A seguito di informazioni precise fornite dall’IDF e dall’apparato di sicurezza israeliano, i caccia dell’aviazione militare israeliana hanno effettuato un attacco mirato al quartier generale centrale dell’organizzazione terroristica Hezbollah, situato sotto un edificio residenziale nell’area di Dahieh a Beirut. L’attacco è stato eseguito mentre la catena di comando senior di Hezbollah stava operando dal quartier generale, portando avanti attività terroristiche contro i cittadini dello Stato di Israele”.

Sul versante opposto, Hezbollah inizialmente si è limitato a fornire informazioni generiche (“al momento non è raggiungibile”) poi dopo circa 12 ore l’ammissione. “Il segretario generale di Hezbollah, si e’ unito ai suoi grandi e immortali martiri, di cui ha guidato il viaggio per quasi trent’anni”, dice Hezbollah. “Sua Eminenza il Maestro, il Maestro della Resistenza, il giusto servitore, si è schierato dalla parte del suo Signore come grande martire, leader coraggioso ed eroico, credente saggio, perspicace e fedele, unendosi all’eterno carovana dei martiri di Karbala alla luce luminosa del cammino divino della fede sulle orme dei profeti e degli imam martiri”, aggiunge Hezbollah secondo l’emittente Al Manar.
Il “partito di Dio” ha dichiarato, in un breve comunicato che “le affermazioni del nemico sulla presenza di armi o di nascondigli di armi negli edifici civili che ha bombardato nella periferia meridionale non sono vere”, non confermando pubblicamente la presenza del suo massimo leader nell’area o la sua posizione. Un’altra fonte ritenuta vicina al gruppo sciita ha detto invece che stava “bene”.

Chi era Hassan Nasrallah, il leader che vive da recluso

Da decenni Hassan Nasrallah godeva di uno status di culto tra i suoi sostenitori musulmani sciiti ed era considerato l’unico uomo in Libano che ha il potere di fare la guerra o la pace. Il 31 agosto scorso ha compiuto 64 anni e dal 1992 era il terzo segretario del partito da quando il suo predecessore, Abbas al-Musawi, fu ucciso dalle forze di difesa israeliane (IDF) nel febbraio. Sotto il suo mandato, Hezbollah è stato designato come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. La Russia invece considera Hezbollah un’organizzazione socio-politica legittima mentre la Cina mantiene una posizione neutrale.

Figlio di un fruttivendolo arrivato come rifugiato a Beirut, Nasrallah era il maggiore di nove figli in una famiglia che gestiva un piccolo negozio di alimentari, originaria del villaggio di Bazouriye’, nel sud del Libano. Da adolescente ha studiato teologia nella città santa sciita di Najaf, in Iraq, ma è stato costretto a lasciare il percorso durante le repressioni contro gli sciiti guidate dall’allora presidente iracheno Saddam Hussein. Di ritorno in Libano, si è unito al movimento sciita Amal, dal quale si è distaccato durante l’invasione israeliana del Libano nell’estate del 1982 per formare un nuovo gruppo, l’Amal Islamico. L’Amal Islamico ha ricevuto un sostegno sostanziale dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane, diventando una delle principali milizie sciite che in seguito avrebbero formato Hezbollah. Nel 1985, Hezbollah ha annunciato formalmente la sua esistenza pubblicando una “lettera aperta” in cui denunciava gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica come i principali avversari dell’Islam e chiedeva l'”annientamento” di Israele.  Sposato e padre di cinque figli, in una vecchia intervista raccontò il suo passato da calciatore in gioventù, sottolineando di amare Maradona.

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Nasrallah, il ‘battesimo’ con l’attentato all’ambasciata d’Israele in Argentina

Nel febbraio 1992 Nasrallah ha poco più di 31 anni quando viene designato dall’iman Khomeini nuovo capo del movimento sciita filoiraniano dopo l’agguato riuscito di Israele ad Abbas al Muwasi: quest’ultimo viaggiava su una mercedes dopo aver partecipato alla commemorazione di un leader di Hezbollah ucciso otto anni prima. Mentre rientrava a Beirut fu raggiunto dagli elicotteri Apache di Israele che distrussero la vettura, sulla quale viaggiavano anche la moglie e il figlio di sei anni, con missili anticarro. L’esordio Nasrallah e la vendetta di Hezbollah si consumano un mese dopo in Argentina quando un furgone carico di esplosivo di schiantò contro l’ambasciata israeliana a Buenos Aires uccidendo 29 persone.

Lo spionaggio del Mossad

Dal 2006 ad oggi non ci sono state apparizioni pubbliche, ha sempre vissuto in bunker e luoghi segreti per evitare di essere raggiunto dal Mossad. Nei giorni scorsi però l’attacco sferrato con i cercapersone ha stretto ancor di più la rete di protezione intorno a Nasrallah con Israele che, grazie all’azione di spionaggio, sarebbe riuscita a mappare la gerarchia interna al partito di Dio, venendo a conoscenza, con l’aiuto anche di informatori, degli spostamenti dei principali leader, arrivando così a smantellare i vertici principali dell’organizzazione filoiraniani.

 

 

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