«Napoli torna a far incontrare le tue membra, abbatti gli steccati difensivi tra classi sociali, aiuta i tuoi figli a sentirsi tutti solidali gli uni con gli altri. Napoli, prendo a prestito le parole di uno dei tuoi figli e ti prego: non ti disunire». Cita il regista Paolo Sorrentino e una celebre battuta del suo “E’ stata la mano di Dio” l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, rivolgendosi alla città nella sua omelia in occasione della festività dell’Immacolata.

«Napoli – ha aggiunto don Mimmo Battaglia conserva la gioia dell’incontro, moltiplicala, trasformandola nella letizia dell’unità ritrovata, santificala riscoprendo che la gioia è reale, vera, duratura solo quando condivisa con tutti, partendo da coloro che hanno meno motivi e possibilità per gioire. Che a tutti i livelli si riscopra la gioia dell’incontro, la bellezza dell’ascolto profondo dell’altro e la forza del dialogo e dell’unità. E anche se è normale e oserei dire necessario confrontarsi partendo da punti di vista distanti e differenti, questi non si trasformino mai in assolutismi che impediscono l’incontro e il dialogo ma diano piuttosto vita a quella ‘convivialità delle differenze’ tanto cara ad un profeta del nostro Sud».

Dopo la citazione che è diventata parte integrante dell’identità della città, Don Mimmo ha parlato tragedia di Ischia, della ferita sempre aperta della camorra, dell’importanza della gioia dei giovani e del Patto educativo (che sta andando a rallentatore) e infine un appello alla politica affinchè le scelte siano rivolte alla comunità e non agli interessi di parte. Sono questi i messaggi alla città dell’arcivescovo metropolita Don Mimmo Battaglia sussurrati al microfono della chiesa del Gesù Nuovo. “Il nostro pensiero quest’oggi va alle vittime, agli sfollati, ai soccorritori, alla chiesa e al suo pastore e ai vigili del fuoco che, discretamente accanto a noi, vigilano sui nostri pericoli intervenendo eroicamente senza timore come è accaduto nelle zone di Ischia martoriate dalla frana’’ ha esordito Don Mimmo.

Un’omelia che quest’anno è anche discorso e una lettera aperta alla città. «Oltre che dalla nostra preghiera – ha aggiunto l’arcivescovo – siano sostenuti dalla forza della nostra solidarietà, solidarietà in cui Napoli non è seconda a nessuno, e lo dico con la fierezza di chi si sente orami parte di questo popolo spesso ferito ma sempre solidale». Nel discorso e lettera alla città, l’arcivescovo, monsignor Don Battaglia, ha affidato la gioia dei giovani, dei bambini alla città che sono una grande ricchezza, un patrimonio sconfinato di umanità. «Tu Napoli – ha affermato Don Mimmo – hai bisogno di fare concretamente dei passi perché i tuoi piccoli rappresentano anche la tua ferita più profonda quando non riesci a prendertene cura fino in fondo, quando offrendogli poche opportunità li costringi ad emigrare nel resto d’Italia e del mondo. Napoli – ha detto ancora – poni segni concreti per il loro presente e non solo per il loro futuro».

Da qui il monito alla politica affinchè «ogni scelta politica, amministrativa, cooperativa, sociale ed ecclesiale tenga conto di loro, delle loro necessità e che queste abbiano la meglio su tutto, su ogni interesse di parte». Don Mimmo ha ricordato che in questi mesi hanno mosso i primi passi, sulla scia del Patto Educativo, i tavoli a Forcella, Ponticelli e Soccavo: «Come vorrei – ha detto – che si guardi realmente alla gioia dei bambini senza arenarsi tra burocrazia e linguaggi differenti, senza cedere a visioni miopi e poco lungimiranti che riducono il Patto educativo alla gestione dei fondi del Pnrr senza andare oltre e dare vita a un processo lungo e ampio fatto di confronto e di accoglienza di tutti i punti di vista di coloro che cercano con onestà e fatica di custodire la gioia dei bambini».

Qualche passo c’è stato, ma non basta. Lunedì ci sarà la seconda riunione per il Patto educativo. La seconda in un anno, nel frattempo però i numeri e i fatti di cronaca ci raccontano di migliaia di giovani “dispersi” che stiamo perdendo. Lunedì oltre ai firmatari quali Ufficio scolastico regionale, istituzioni religiose e organizzazioni del terzo settore e del volontariato – anche i presidenti di Municipalità al fine di elaborare sui singoli territori le strategie più efficaci. Nell’occasione saranno presentati i dati aggiornati sull’evasione scolastica in città, sulla base della nuova piattaforma informatica creata dal Comune di Napoli e che ha ricevuto un plauso recentemente anche dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel comitato per l’ordine pubblico tenutosi in Prefettura ed alla luce dei dati raccolti dall’osservatorio comunale.

I patti educativi di comunità, fanno sapere da Palazzo San Giacomo, coinvolgeranno in attività di co-progettazione educativa le istituzioni scolastiche e gli enti del terzo settore operanti sui territori. È un patto che deve correre, deve sbrigarsi. Nel frattempo, la camorra resta una ferita aperta della nostra città «La camorra è un cancro mortifero della nostra terra – ha detto Don Mimmo nella sua omelia – sempre arginato e combattuto da tanti uomini e donne che attraverso il proprio lavoro istituzionale, l’associazionismo, l’impegno della denuncia e il volontariato ne hanno ostacolato e tuttora ne ostacolano la vittoria avvicinandone sempre più la sconfitta perché come ogni fenomeno del male, anche la camorra sarà sconfitta. Ve lo assicuro, senza titubanza alcuna».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.