In campagna elettorale il populista è una macchina da voti perfetta. Non sbaglia un colpo. Dice sempre ciò che la gente vuole sentirsi dire. Dà l’impressione di sapere cosa fare e come farlo. Poi arriva la realtà e il populismo si sgonfia come il palloncino di un bambino. Il magico mondo degli slogan non ti basta più se sei al Governo. E non importa essere a Palazzo Chigi, intendiamoci. Basta fare il sindaco o l’assessore per capire che fare i fenomeni con le parole riesce a tutti. Ma trasformare i sogni in realtà non è la stessa cosa. Bisogna sapere come fare, bisogna saper fare politica.

Oggi i populisti parlano su tutto. Prendete l’esempio del salario minimo. Da una settimana in Aula gli onorevoli e i senatori si passano stupiti sondaggi fantasmagorici che mostrano come il 75% degli italiani voglia questo fantomatico “salario minimo”. Ma è ovvio, no? C’è qualcuno che alla domanda: “Volete che il lavoro sia pagato di più e che non sia un lavoro da fame” abbia il coraggio di dire “NO”? Certo che non esista. Siamo tutti d’accordo che bisogna pagare meglio i lavoratori. Il problema è come si può fare. La proposta del Campo Largo, primo firmatario non a caso Giuseppe Conte, dice che per fare questa legge serve un fondo pubblico in Legge di Bilancio. Che è come dire: chi guadagna poco prende un po’ di più se aumentiamo le tasse agli altri.

Io non ho firmato quella proposta perché non si fanno le riforme aumentando le tasse. Le tasse vanno abbassate. Ad esempio detassando gli utili distribuiti ai lavoratori. Tu azienda sei andata bene? Ok, fai partecipare i lavoratori ai guadagni. E su questi soldi non ti faccio pagare le tasse. Lo dice anche la CISL e ne diamo conto oggi. Ma i populisti dicono salario minimo e sperano che tutti possano applaudire. Solo dopo scopri che il conto lo paga il contribuente. Facile così, no?

I populisti sono alla prova dei fatti anche sul maltempo. Il cambiamento climatico non fa distinzioni. È opportuno che il Governo abbassi i toni e si metta al lavoro sul serio. Ieri la Meloni da Washington ha detto che è il momento di un grande piano per la prevenzione e contro il dissesto idrogeologico. Molto bene. Ma il progetto c’è già. Lo ha realizzato il nostro Governo prendendo spunto dalle idee di Renzo Piano. Si chiama Italia Sicura, è pronto, è finanziato, basta rimetterlo in funzione dopo che il Conte 1 lo aveva cancellato. Perché Meloni non abbandona il populismo e non fa ripartire Italia Sicura? Tra un progetto scritto da Renzo

Piano e uno realizzato da Musumeci qualcuno può avere dubbi? La Premier può visitare le terre alluvionate con gli stivali vuoi tornando prima dal G7, ma il giudizio sulla sua capacità di governo la daremo alla prova dei fatti. Non cliccando sui suoi video su TikTok.

Matteo Renzi

Autore