Alle prossime amministrative correrà anche Parma. Appuntamento elettorale previsto per fine maggio, con secondo turno a metà giugno. Già una decina di potenziali candidati sindaco, tra coalizioni maggiori e liste civiche, scaldano i muscoli a bordo campo. Il sondaggio realizzato da Antonio Noto per Fondazione Chora ETS è già in grado di anticipare come andrà. I concorrenti per Palazzo Ducale non si sfideranno in un terreno qualunque. Parma non è ormai da tempo una città qualunque. È stata il simbolo della sconfitta dei partiti da parte del populismo giudiziario. È stata il primo grande comune italiano “espugnato”, come piaceva dirsi al tempo, da quel Movimento Cinque Stelle che ha fatto campagna elettorale – nella città ducale più che altrove – sulla scorta delle inchieste che la magistratura ha aperto in parallelo.

Salvo poi concluderle quasi tutte con un niente di fatto, e nel caso di Pietro Vignali anche con tante scuse e un risarcimento danni riconosciutogli dal Ministero della giustizia. I fatti risalgono al 2011: mentre la Procura mandava squadroni di finanzieri a rovistare nella sede del Comune, in piazza i grillini perfezionavano la coreografia. A ogni avviso di garanzia, un nuovo comizio con la bava alla bocca. Cartelli come picche. Forche di carta. Tamburi di guerra. E perfino una bara con il nome del “decedente” sindaco Pietro Vignali. Era il 30 agosto 2011. Da allora Beppe Grillo catturerà la piazza del capoluogo più volte, fino ad ottenere nel maggio 2012 la prima storica vittoria per il “suo” Federico Pizzarotti. Il primo Cinque Stelle eletto sindaco al secondo turno in una città grande, ricca, importante. E l’unica città in cui il Procuratore capo della Repubblica, Gerardo Laguardia, ha ottenuto l’aspettativa per correre in lista elettorale per il Comune stesso, candidandosi nel 2017 per sostenere il candidato del centrosinistra. Il primo Pm nella storia a correre nella stessa città, per lo stesso consiglio comunale in cui la parte politica del Procuratore-candidato era stata avversaria in Consiglio dell’indagato Vignali.

Grillismo con Grillo in campo, populismo giudiziario con le piazze calde, un Procuratore non proprio estraneo ai fatti della politica: ecco l’humus ideale per eleggere il sindaco Pizzarotti, primo dei grillini a entrare nella stanza dei bottoni. Sia pur municipali. Che l’idillio di Pizzarotti con Grillo sia durato poco, è cosa nota. Non tutti, invece, sanno che i Cinque Stelle vivono proprio nella loro culla, Parma, l’attestazione tombale della scomparsa. Non esistono praticamente più: il sondaggio di Antonio Noto li fotografa al 2%, ma avrebbero difficoltà a trovare i candidati per presentare la lista. Perfino a indicare un candidato sindaco. La città-laboratorio del populismo all’italiana certifica la fine di un ciclo politico-elettorale. Tornano i due schieramenti tradizionali: il centrosinistra cui si è aggiunta la civica Effetto Parma, con Pizzarotti in chiave antigrillina, e il centrodestra che ritrova la sua unità intorno alla figura riabilitata e – dicono – rimpianta di Pietro Vignali.

Le intenzioni ipotetiche di voto vedono un buon risultato per Michele Guerra: l’ assessore alla Cultura prenderebbe il 34%, seguito a ruota dall’ex Sindaco Pietro Vignali con il 27%. Nel duello che si profilerebbe al secondo turno, secondo Noto sondaggi, tra il candidato del centrosinistra Guerra e quello del centrodestra Vignali, otterrebbero rispettivamente con 51 e 49%. Va ricordato che Vignali non si è ancora candidato ufficialmente e che era fuori dalla politica da 10 anni. Le intenzioni di voto per singola lista vedono il Pd con il 29 % seguito dalla Lega con il 13%, Fratelli d’Italia con 11%, Forza Italia con il 10, Azione con il 5% , Italia Viva con il 4,5% , il Movimento 5 stelle 2%, , Noi con Italia 1,5%, Partito degli Europei e Liberali 1%. Il rigetto dell’antipolitica e il ritorno del bipolarismo è la nemesi del populismo giudiziario: i sondaggi lo indicano prossimo all’archiviazione dove per primo aveva attecchito.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.