“Fuori il console di Israele dalla Fondazione Meyer"
Il caso Carrai agita la politica toscana, l’imprenditore nel mirino dei pro-Pal: “Mi sento sconvolto”
Il console di Israele a Firenze e presidente della Fondazione Meyer è nel mirino dei pro-Pal, che chiedono le sue dimissioni dall’azienda ospedaliera. Giani non si pronuncia. Un appello di 100 firme per difenderlo

Dopo le decisioni prese da Puglia ed Emilia Romagna di interrompere i loro rapporti istituzionali con lo Stato di Israele, anche la regione Toscana sembra intenzionata a intraprendere la stessa direzione. Una settimana fa, prima di partecipare alla manifestazione del 7 giugno, il governatore Eugenio Giani aveva annunciato che avrebbe presentato al Parlamento una legge di iniziativa regionale per chiedere il riconoscimento italiano della Palestina, oltre alla condanna del governo Netanyahu e delle violazioni internazionali di cui è accusato.
La caccia a Carrai
Una posizione netta, quella delle istituzioni regionali toscane, che ha finito per risucchiare nel vortice delle polemiche l’imprenditore fiorentino Marco Carrai, console onorario di Israele e presidente della Fondazione Meyer: il noto ospedale pediatrico di Firenze. Un duplice ruolo ritenuto incompatibile da diversi politici regionali e associazioni pro-Pal oltre che inopportuno, alla luce degli sviluppi del conflitto in Medioriente, tanto da inviare una missiva al governatore Giani per richiedere il suo allontanamento dalla Fondazione. Ieri Carrai, nell’occhio del ciclone, è stato oggetto anche di un’interrogazione durante la seduta pomeridiana del Consiglio regionale, presentata dalla presidente del gruppo M5S, Irene Galletti al Presidente toscano. Un duplice ruolo, quello dell’imprenditore, definito “problematico” nel testo pubblicato dal gruppo pentastellato “alla luce dei principi espressi dallo Statuto e dal Codice etico della Fondazione Meyer”. “Dobbiamo mettere in atto – ha dichiarato la consigliera in aula – tutti i poteri che abbiamo per far sì che si arrivi alla rimozione dalla presidenza di una figura che, in questo momento storico, è tra le più inopportune e imbarazzanti che possano esistere per la nostra regione”.
L’appello per Carrai
Nel corso della seduta, l’interrogazione di Galletti non ha ricevuto risposta, data l’assenza di Giani, al quale la consigliera domanda come possa conciliare il suo consenso all’interruzione dei rapporti verso Israele con la presenza di Carrai a capo della Fondazione. E non è finita qui, perché oggi pomeriggio sarà previsto anche un sit-in in piazza del Duomo con politici regionali e associazioni pro-Pal per ribadire la richiesta: “Fuori il console di Israele dalla Fondazione Meyer”. «Sono sconvolto. Tutto ciò che direi, di fronte all’ignoranza e alla cattiveria, non avrebbe possibilità di penetrare», ci racconta Carrai. Ma non è da solo. Ieri è stata pubblicata una lettera a sostegno dell’imprenditore in risposta alle accuse che sta ricevendo. Un appello sottoscritto da 100 cittadini, tra professori universitari, giornalisti come Susanna Nirenstein, il direttore Claudio Velardi e politici come gli ex senatori Andrea Marcucci e Paolo Amato. “Con Marco Carrai, no alla voglia di epurazione, dove arriva l’odio per Israele”, il titolo della lettera firmata in segno di solidarietà al presidente della Fondazione Meyer, che invita tutte le forze politiche toscane a respingere “la provocazione del M5S”. Dal testo del messaggio risalta una frase significativa: “Sei amico degli ebrei, o ebreo, non puoi ambire a incarichi di evidenza pubblica”.
Ad oggi, né il presidente Giani, né la sindaca di Firenze, Sara Funaro, vicina alla comunità ebraica e all’imprenditore fiorentino, si sono pronunciati sul caso che sta scuotendo la politica toscana. Ma anche nell’eventualità di un consenso del Governatore alla richiesta avanzata dai 5Stelle, la situazione, al di là dell’autorevolezza del suo parere, non cambierebbe. Durante l’interrogazione di ieri, l’assessore toscano alle politiche istituzionali, Stefano Ciuoffo, ha ricordato che il presidente della Fondazione Meyer è nominato o revocato dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Meyer, ovvero Paolo Morello Marchese, puntualizzando che “nel Cda della Fondazione una sola nomina è di competenza del Consiglio regionale”. Ed era stato proprio il direttore generale, nel 2023, a volere e a nominare l’imprenditore fiorentino al vertice della Fondazione.
Nel caso di Funaro, nonostante oggi al presidio in piazza saranno presenti esponenti della sua stessa maggioranza, risulta inverosimile che la sindaca possa schierarsi contro l’imprenditore. Se la strada della Toscana verso la sospensione dei rapporti con lo Stato ebraico sembra già tracciata (da oltre una settimana, davanti alla sede della Presidenza regionale, sventola una bandiera palestinese, in solidarietà a Gaza), il caso Carrai continua a far discutere la politica, ma la decisione finale spetta a qualcun altro.
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