Tutte le tegole di Mosca
Il caso Ursa Major, l’aereo caduto e la flotta fantasma nel Baltico: Natale nel caos per Putin
Una nave affondata nel Mediterraneo. Un aereo che si è schiantato in Kazakistan. L’Fsb che annuncia arresti e piani dei servizi ucraini sventati all’ultimo. Un cavo tranciato nel Baltico. Bombardamenti sull’Ucraina che colpiscono, proprio il giorno di Natale, le infrastrutture energetiche del Paese invaso, al punto che Joe Biden ordina al Pentagono di inviare più armi a Kiev. Vladimir Putin che si dice pronto (ancora una volta) a un accordo di pace.
Per Mosca si tratta di giorni caotici, con dossier complicati e spesso intrecciati tra loro. Il caso della Ursa Major, la nave cargo affondata nelle acque tra Algeria e Spagna, resta ancora un mistero. Le autorità russe non hanno dubbi, si tratta di un “attacco terroristico”. E dello stesso avviso è la società che gestiva l’imbarcazione, la Oboronlogistics, che ha spiegato che il 23 dicembre “alle 13.50 (ora di Mosca), si sono verificate tre esplosioni consecutive a tribordo, nella zona di poppa”. Al momento è in corso un’indagine che coinvolge non solo le autorità spagnole ma anche l’intelligence russa. L’unica certezza è che la nave era partita da San Pietroburgo ed era diretta al porto di Vladivostok, nell’estremo oriente russo, dove sarebbe dovuta arrivare il 22 gennaio.
Poche ore dopo, un altro caso ha scosso la Russia: l’incidente dell’aereo dell’Azerbaijan Airlines precipitato il giorno di Natale in Kazakistan. Per il ministro dei Trasporti kazako, Marat Karabayev, a bordo dell’aereo si sarebbe registrata l’esplosione di una bombola d’ossigeno, e molti passeggeri “stavano perdendo conoscenza e i piloti hanno chiesto unità di rianimazione” alla destinazione di arrivo. L’equipaggio dell’aereo “non è riuscito a mantenerlo in volo a causa del guasto di numerosi sistemi di controllo” ha continuato il ministro. Tuttavia, nelle stesse ore ha preso piede un’altra ipotesi: quella di un missile terra-aria russo che avrebbe colpito accidentalmente il volo di linea durante il tentativo di respingere un attacco di droni in Cecenia. Fonti locali hanno riferito che questa ipotesi è già al vaglio delle autorità kazake. E nonostante Mosca e Astana abbiano avvertito sull’evitare scenari non ufficiali, all’agenzia Reuters anche un funzionario americano ha detto che è probabile che si sia trattato di un errore della contraerea.
Il Cremlino vuole evitare a ogni costo delle speculazioni che aggraverebbero non poco la posizione russa, specialmente nei rapporti con l’Azerbaigian. Ma intanto, Mosca si trova a dovere gestire un altro dossier bollente, quello di una nave che sembra sia stata la responsabile del trancio di un cavo elettrico sottomarino tra Estonia e Finlandia (Estlink-2) e di altri cavi. Le autorità di Helsinki hanno trattenuto una nave, la Eagle S, che batte bandiera delle Isole Cook ma che potrebbe appartenere alla cosiddetta “flotta fantasma” di Mosca, cioè quell’insieme di petroliere che contrabbandano petrolio russo eludendo così le sanzioni contro l’oro nero di Putin. “Da parte nostra stiamo indagando su un grave sabotaggio” ha dichiarato Robin Lardot, direttore dell’Ufficio nazionale di investigazione finlandese, “secondo le nostre ipotesi, il danno l’ha causato l’ancora della nave”. E l’Unione europea ha di nuovo messo in guardia sul pericolo rappresentato da questa flotta-ombra che transita nei mari del Vecchio Continente.
Un incidente che accende ancora di più i riflettori sulle attività russe per evitare le sanzioni imposte dopo l’invasione dell’Ucraina. Una guerra logorante in cui il Cremlino non sembra disposto ad accettare compromessi. “La Russia è impegnata a porre fine al conflitto in Ucraina, non a congelarlo”, ha detto ieri Putin, che ha anche confermato che con il premier slovacco Robert Fico si è parlato di un possibile accordo di pace e del Paese dell’Europa orientale che si è offerta per ospitare il negoziato. Ma l’idea della fine della guerra secondo il Cremlino equivale a una resa ucraina, visto che lo stesso Putin ha detto che conta di raggiungere tutti gli obiettivi entro il 2025.
Nella notte di Natale, centinaia tra missili e droni hanno colpito le infrastrutture energetiche ucraine costringendo così migliaia di famiglie a rimanere al buio e al freddo. Le forze russe hanno comunicato di avere abbattuto un aereo F-16 di fabbricazione statunitense nella regione di Zaporizhzhya. E il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, ha annunciato il dispiegamento di almeno dieci missili Oreshnik nel proprio Paese. Missili forniti dalla Russia e che costituiscono l’ultima arma dell’arsenale di Mosca per colpire Kiev. L’attacco di Natale ha provocato l’ira di Biden, che ha annunciato l’invio di altre armi all’esercito ucraino. Volodymyr Zelensky prova a reagire, puntando anche sulla guerra ibrida e le operazioni speciali all’interno della Federazione russa. Secondo i servizi di Mosca, l’Fsb, sono stati sventati diversi piani per uccidere alti esponenti della Difesa russa, come avvenuto per il generale Kirillov.
E l’intelligence di Putin avrebbe anche preso diversi uomini accusati di avere appiccato incendi negli ultimi giorni su ordine dei servizi ucraini. L’Ucraina prova a mettere pressione al Cremlino dall’interno, come ha fatto, su vasta scala, nell’incursione del Kursk (dove continuano i combattimenti). Ma ora Zelensky deve anche tenere conto di un altro fattore: l’impegno europeo. Secondo l’ultimo sondaggio di Yougov, in molti Paesi sta drasticamente diminuendo la disponibilità delle opinioni pubbliche a sostenere l’Ucraina “fino alla vittoria”. E questo anche in Stati fortemente coinvolti nel supporto militare a Kiev.
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