Il Consiglio superiore della magistratura, prima di levare le tende, salvo imprevisti il mese prossimo, ha intenzione di tentare un ultimo ‘blitz’ nominando in zona Cesarini il nuovo procuratore di Firenze. In pole per prendere il posto di Giuseppe Creazzo, rimasto scottato in una storia di molestie nei confronti della collega Alessia Sinistra, ci sarebbe Ettore Squillace Greco, attuale procuratore di Livorno ed esponente di punta di Magistratura democratica, il gruppo di sinistra delle toghe. Scorrendo l’elenco degli aspiranti, circa venti, Squillace Greco non ha avversari in grado di impensierirlo.

In queste settimane, nel silenzio dei media, il Csm ha infatti ‘tolto’ tutti i concorrenti che avrebbero potuto mettere in difficoltà il procuratore livornese, ad iniziare dal candidato più anziano e più titolato, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, nominato l’altra settimana procuratore generale di Ancona. Stessa sorte era toccata poco prima ad un altro pm di punta, Rodolfo Sabelli, aggiunto a Roma ed ex numero uno dell’Anm, nominato procuratore a Cagliari. Sistemati Rossi e Sabelli, per Squillace Greco la strada è adesso tutta in discesa in quanto, essendo scaduti i termini per presentare le candidature, non c’è il rischio dell’outsider dell’ultima ora.

La nomina del procuratore di Firenze è una delle più importati dell’anno. A parte il procedimento sulla fondazione Open che vede sul banco degli imputati Matteo Renzi ed il suo Giglio Magico, a Firenze pendono tre fascicoli roventi di cui al momento si sono però perse le tracce. Il primo riguarda la fuga di notizie che a maggio del 2019 terremotò proprio il Csm costringendo alle dimissioni ben cinque consiglieri di Palazzo dei Marescialli. Luca Palamara, ex zar delle nomine, e Cosimo Ferri, già deputato di Italia viva, hanno presentato denunce dettagliate in tal senso. Poi c’è quello sulla Rcs, la società leader delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, fornitrice dei reparti speciali delle forze di polizia, ad iniziare dal temibile Gico della Guardia di finanza.

L’ingegnere Duilio Bianchi, manager di Rcs, è accusato di falsa testimonianza, falso in pubbliche forniture, e soprattutto falso ideologico. Bianchi, nel corso del procedimento disciplinare a carico di Palamara davanti al Csm, aveva affermato che tutte le conversazioni erano nella esclusiva disponibilità della polizia giudiziaria. Interrogato l’anno scorso dai pm fiorentini, aveva invece ammesso che i dati del telefono di Palamara finivano in alcuni server “esterni”. Server che avrebbero raccolto abusivamente anche materiale proveniente da altri uffici giudiziari e che potrebbe essere utilizzato per dossieraggi e ricatti assortiti.

Ed infine, il procedimento ‘in pectore’ sulla Loggia Ungheria che la Procura di Perugia diretta da Raffaele Cantone ha definito con una richiesta di archiviazione, dalla scorsa estate al vaglio del gip. Stando alla testimonianza di Piero Amara, della loggia avrebbe fatto parte il predecessore di Cantone, Luigi De Ficchy. Le indagini sui magistrati, per le norme sulla competenza territoriale, devono essere svolte dalla Procura di Firenze e non da quella di Perugia. A gestire tali fascicoli, in qualità di facente funzione, è adesso Luca Turco, anch’egli esponente di Md e ‘bestia nera’ della famiglia Renzi.