Luci, ombre, e un fantasma. Quello del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che a quasi due anni dal suo insediamento dimostra di curare più gli obiettivi grossi di lungo periodo che l’ordinaria amministrazione, che affligge vita e qualità della vita dei romani che però sono i cittadini italiani più tassati della nazione.
Se sul termovalorizzatore, con molta fatica e con l’imbarazzo del partito democratico (il cui responsabile ambiente è dichiaratamente contrario), si è deciso che nel 2027 finalmente Roma avrà dove smaltire i suoi rifiuti e perché no produrre energia, è altresì vero che nel giorno per giorno i romani vedono annegare la loro esistenza nell’immondizia. Da questo punto di vista siamo fermi totalmente all’era Raggi, e Gualtieri non dà spiegazioni o aggiornamenti sul da farsi; idem per la viabilità: è vero che si apprestano a partire i cantieri del Giubileo, e questa è una buona notizia, ma è altresì drammaticamente reale lo stato di totale paralisi che si aspetta da settembre una città dominata e afflitta dal traffico, in cui ci si appresta a cantierare sottopassaggi e arterie di scorrimento assolutamente vitali per impedire che i romani restino ore e ore in macchina.

Anche lo stadio della Roma, ormai una penosa telenovela, è soggetto a un iter farraginoso lungo e incerto, che dal 7 settembre prenderà il via nella sala della protomoteca al Campidoglio, dove la procedura di audizione pubblica dovrebbe dare slancio a un progetto di cui si parla da troppo tempo ma che difficilmente vedrà la luce in tempi celeri. Ma è appunto nel giorno per giorno che si concretizza la totale assenza del Sindaco, che rinuncia persino a un palcoscenico di visibilità politica che al sindaco di Roma è dovuto. I romani non lo vedono, i romani non ne hanno notizie, i romani non hanno aggiornamento su quello che sta facendo su quello che non sta facendo. La percezione dei cittadini è quella di un sindaco che sostanzialmente non esiste, non incide, non aggiorna. La questione dei taxi è tutta lì ancora da risolvere con cittadini romani e turisti di tutto il mondo scandalizzati per l’assenza di un servizio e per la politica locale (oltre che nazionale) incapace di piegare le resistenze di una lobby prepotente e corporativa. Idem per la manutenzione ordinaria del verde pubblico: due giorni fa l’attrice Anna Foglietta ha fatto il pieno di like per aver sferzato Gualtieri in un video dal parco della resistenza pieno di rifiuti, in una delle città più verdi d’Europa che dovrebbe valorizzare questo patrimonio incredibile che si ritrova gratuitamente, ma che è incapace anche per limiti burocratici ormai superati e medievali di far fruttare. Questo, a tacere della inesistente manutenzione delle strade, su cui i romani si dannano e che fanno la sola fortuna dei gommisti e dei meccanici che riparano le sospensioni delle auto più martoriate d’Italia.

Sul patrimonio immobiliare e la sua gestione l’unica novità si deve alla pressione di Italia Viva che ha preteso la pubblicazione online dello stato dell’arte. Sul resto della gestione però è buio pesto. Col comune che sembra incline a premiare le occupazioni illegali rispetto al principio di tutela della proprietà privata e di quello di legalità. Il tutto giustificato dall’emergenza abitativa mentre però è zeppo di inquilini di immobili del comune che godono di canoni irrisori senza un perché chiaro e cristallino (anche se ora si è avviato al riguardo un censimento che però va a rallenty).
E in tutto questo marasma che a settembre, alla ripresa della vita di tutti i giorni, rischia di esplodere, di Roberto Gualtieri non c’è traccia: nessun protagonismo, la sua presenza percepita come un’assenza, pur essendo egli una persona per bene: un caso paradossale, quasi degno di Chi l’ha visto.