Oggi non è festa nazionale. Ma è come se lo fosse, se due milioni di Romani si fermano e inaugurano, con buona pace di Salvini, l’unico ponte dalla tenuta assicurata. Santissimi Pietro e Paolo, aiutateci voi. L’invocazione – non suoni blasfema – oggi ci sta: la festa dei santi che proteggono Roma cade nel pieno di una crisi di mezza estate per il Campidoglio. E meno male che abbiamo appena presentato la candidatura per l’Expo Roma 2030. I taxi introvabili e i cumuli di immondizia rischiano di offuscare la grande bellezza di una Capitale sfavillante.

Mai così bella e mai tanto ambita, a giudicare dagli ingressi: gli enti turistici assegnano un +241% di presenze, con turisti europei in aumento sugli americani e una media di soggiorno che passa dai due ai tre giorni. Tutto esaurito nei ristoranti, nelle terrazze, negli hotel. L’estate dei record è anche quella che segna le grandi aperture nell’ambito della ricettività di lusso: inaugurano uno dopo l’altro cinque grandi hotel a 5 stelle e qualche 5 stelle L. La massima categoria per l’Italia. Un ciclo di nastri da tagliare che ha preso il via con l’inaugurazione del Bulgari Hotel e che porterà in ottobre a quella del Romeo Roma, espressione e opera dell’architetto Zaha Hadid, con tanto di Spa – in quel di via di Ripetta – e con un ristorante affidato, nientedimeno, al più geniale chef al mondo, Alain Ducasse. Una Capitale in cui è sempre più frequente vedere i nuovi battelli solcare il Tevere, le festose rive sotto ai bastioni illuminate a giorno fino alle 3 di notte, brulicanti di visitatori che animano pub e ristoranti a pelo d’acqua. Il comparto cultura è frizzante.

L’estate romana, se la regìa del Campidoglio arranca, è resa vivace dalle tante iniziative che fondazioni, enti, associazioni mettono in piedi instancabilmente. Il cartellone dei venti festival che si sovrapporranno nella stagione estiva assicurano di tenere i visitatori lontani dalla noia. All’Auditorium la Cavea sta sorprendendo per i numeri che fa al botteghino, dove gruppi pop, rock, indie internazionali si succedono ogni ventiquattr’ore. L’inaugurazione del nuovo ascensore del Colosseo ha lasciato tutti a bocca aperta. L’Area Sacra di Torre Argentina – grazie anche in questo caso al contributo dei privati, la Maison Bulgari – per la prima volta consente di accedere al sito archeologico e visitarlo in modo sistematico.

E l’università? Roma ne conta 18, tra pubbliche e private. La Sapienza è entrata martedì scorso nella prestigiosa classifica delle 200 università migliori del mondo: 134ma, con un balzo in avanti di quaranta posizioni. Seconda in Italia, dopo il Politecnico di Milano. Un trend positivo che si conferma con il salto in avanti del Pil pro capite, che sale ancora e si aggira sui 26.000 euro, accostandosi a quello del capoluogo lombardo. E che fa da sfondo alle multinazionali che decidono di stabilire a Roma il loro Quartier generale per l’Europa: sull’esempio di Netflix, sono arrivate Verisure, Nova Nordisk e Karl Storz.

In questo scenario positivo, non tutto gira come dovrebbe. In Campidoglio una guerra sotterranea tra Goffredo Bettini e Claudio Mancini, da molti indicato come il braccio destro del Sindaco, sta privando il primo cittadino dello smalto che gli servirebbe.

Gli autobus continuano a mancare. Le licenze taxi sono 5500 a fronte delle 11000 che servirebbero per fare fronte alle richieste dei turisti. La metà esatta. Le code per prendere un taxi alla stazione Termini sono chilometriche, e le compagnie – che faticano a far funzionare i Pos dei loro autisti, quasi sempre “scarichi”, “senza rete”, “fuori servizio” – fanno spallucce. L’Ama, che si dovrebbe occupare della raccolta dei rifiuti, è invece diventata una azienda di traslochi: spostano quintali di immondizia da un sito a un altro, spingendone ogni tanto uno in un’altra regione, per smaltirlo. Serve il termovalorizzatore. Subito. E qui si è messa di traverso la nuova segreteria di Elly Schlein.

Che non lo avrebbe voluto: ma ormai il sindaco di Roma, Gualtieri (Dem anche lui ma diversamente dem) ha deciso di impuntarsi. E allora va fatto, va messo in piedi come meglio possibile. Se l’ombra di Virginia Raggi, che Beppe Grillo vorrebbe rimettere in pista per commissariare Giuseppe Conte, dovesse prendere forma, il tema del termovalorizzatore tornerebbe a dividere. A partire da quella sinistra romana che – sulla scia della scuola ingraiana – ha visto in Tocci, Zingaretti, Morassut i precursori della scivolata radicale del PD-5S. Il nuovo coordinatore cittadino del Pd, Enzo Foschi, per decenni riferimento della sinistra Pd della Garbatella, annuvola i cieli sopra al Palazzo Senatorio. Italia Viva non manca di incalzare. Ieri il consigliere di opposizione Valerio Casini ha postato la foto di un acquitrino paludoso: una pozza di fango che un tempo era il bel laghetto di Villa Ada. Che pena, vedere le grandi bellezze della Capitale ridotte così. Lo stupore del verde, dell’arte, del bello tradita dalla macchina comunale inceppata.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.