La Capitale nella morsa dei rifiuti
Emergenza rifiuti a Roma: Gualtieri, batti un colpo!
Mentre il Sindaco Gualtieri continua a negare l’evidenza, la condizione del decoro urbano capitolino è preoccupante da un punto di vista estetico, igienico, e ora anche sanitario
Era ottobre 2021 quando Roberto Gualtieri, appena eletto sindaco di Roma, aveva detto che la sua priorità era ripulire la Capitale «Entro Natale, forse prima se riusciremo a essere rapidi: rimuoveremo i cumuli di rifiuti, spazzeremo e puliremo le strade, sfalceremo l’erba e puliremo le caditoie». Da allora sono passati due anni e due Natali, e Roma è una città sporca, non degna di essere la capitale d’Italia. Nonché la città più visitata dai turisti, e sede delle più importanti istituzioni del Paese.
La condizione del decoro urbano capitolino è preoccupante da un punto di vista estetico, igienico, e ora anche sanitario. Come hanno rilevato diverse associazioni di medici: igienisti, Federazione Medici Generali, e ordine dei medici di Roma. Oltre il degrado, puntualmente testimoniato con foto e video dai cittadini, tra cui molti vip che hanno fatto ribalzare le immagini di rifiuti per strada, cassonetti straboccanti, vermi, topi, gabbiani e cinghiali.
Di fronte a una situazione oggettiva e sotto gli occhi di tutti, il sindaco Gualtieri e la sua maggioranza (di cui non fanno parte 5 Stelle e Terzo Polo, ma solo Pd, Verdi e Sinistra), continua a negare l’evidenza e a dire che Roma non è in emergenza rifiuti.
In realtà un minimo cenno di responsabilità Gualtieri lo ha avuto domenica scorsa ospite a Rai Tre, quando, incalzato da Lucia Annunziata in diretta di fronte a tutta Italia, non ha potuto negare la situazione. Ma l’ha circoscritta a un problema temporaneo, di cronaca, più che di gestione ordinaria. Due giorni dopo però, intervistato a Radio24, secondo il sindaco il problema era risolto: «Ho semplicemente detto che ci dispiaceva che in alcune zone, per qualche giorno, ci sono stati dei problemi che ormai sono quasi tutti superati e che sono stati un po’ ingigantiti sui giornali. Penso sia sempre corretto scusarsi quando delle cose non vanno al meglio però vorrei tranquillizzare che non siamo di fronte a nessuna emergenza rifiuti. Siamo semplicemente in un processo di miglioramento e trasformazione del sistema di raccolta».
Secondo il sindaco «In alcune zone della città ci sono stati dei contraccolpi all’azione di modernizzazione e di efficientamento dell’azienda che aveva riscontrato delle anomalie nel modo con cui avvenivano le riparazioni dei mezzi affidandolo in modo eccessivo a delle aziende esterne e spesso a costi esagerati. Criticità del tutto superate, me ne segnalano solo 2/3 per la città, quindi io penso che in pochi giorni la situazione tornerà al trend di miglioramento che abbiamo visto». Ovviamente non è cosi, il problema è tutt’altro che superato. Non solo quello dei mezzi, che sono insufficienti, ma anche quello del personale, in continua agitazione sindacale. Oltre a un tasso di assenteismo del 17% nel solo primo trimestre del 2023.
Ma secondo Gualtieri «la situazione è in costante miglioramento. Il problema spazzatura a Roma sarà risolto entro la fine il mio mandato, ma spero già con il Giubileo 2025». Questa la data prevista per la realizzazione del termovalorizzatore, di cui il sindaco di Roma è stato nominato commissario di governo. Ma possibile che la capitale debba dare un’immagine dell’Italia fatta di rifiuti, sporcizia e cinghiali fino a quella data? E far vivere ai cittadini rischi sanitari? La scorsa settimana il 25% dei giri di raccolta dei rifiuti è saltato per mezzi fermi e personale ridotto. Persino la Cgil è da tempo in rotta con il sindaco Gualtieri e i vertici Ama.
«L’assenza di impianti di proprietà per il trattamento dei rifiuti, l’inadeguatezza delle infrastrutture, la carenza di mezzi e il ricorso a soggetti terzi, anziché alle officine dell’Ama, per la riparazione dei mezzi, non rendono possibile garantire alle cittadine e ai cittadini un servizio di qualità e migliorare le condizioni di lavoro del personale, da tempo sotto organico», tuonano i sindacati.
Manca persino il piano cassonetti: ad oggi sono posizionati senza mappa in violazione del codice della strada, sulle strisce pedonali, agli angoli delle strade, sui marciapiedi e non sono delimitati dalle strisce. Possiamo tenere la capitale d’Italia in queste condizioni fino al 2026? Sperando non sia anche quella una data farlocca come quella promessa «pulirò Roma entro Natale?».
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