Quarantunenne e madre di una ragazza si 22 anni, attivista e movimentista (ma non grillina), ex esponente delle sardine e ora in pole per un posto nella direzione nazionale del Partito democratico, catanzarese e volto dei talk politici in televisione. Deve in parte la sua ascesa a Matteo Salvini quando il leader della Lega è al Viminale e Cristallo, con la collaborazione di attivisti di Potere al popolo, l’Unione dei sindacati di base e il collettivo studentesco, si inventa “la protesta dei balconi”, quella delle lenzuola che drappeggiavano dai palazzi nelle città dove Salvini faceva tappa.

Proprio nella sua città nel cuore della Calabria le riesce il colpo grosso: durante una visita dell’allora titolare del Viminale, la protesta riesce al punto che non ci sarà tappa del tour salviniano, con il leader del Carroccio che diventava sempre più nervoso. Da lì Cristallo viene invitata in tv: “Ancora oggi, quando ci vado, sono terrorizzata”, ammette. Riceve lettere pubbliche di Erri De Luca e qualche mese dopo, quando nasceranno le Sardine, il posto di referente per il Sud Italia le si cuce addosso.

Quando le si chiede se le sue riserve sul termovalorizzatore di Roma possono imbarazzare il suo ‘nuovo’ partito, il Pd – che sul termovalorizzatore si era spinto fino a rompere col Movimento Cinque Stelle – nel rispondere Cristallo alimenta le opposte letture dei tanti simpatizzanti e dei tanti detrattori interni: “Beh, ma a Roma non funziona bene la raccolta differenziata. A Catanzaro, dove funziona bene, non c’è bisogno del termovalorizzatore. Se ciascuno differenziasse, come faccio io, che non esco mai senza il posacenere da borsa… siamo sicuri che non si potrebbe fare a meno del termovalorizzatore? Perché tutto sta nel fare la propria parte, il termovalorizzatore va bene solo come extrema ratio. Prenda me: può succedermi di tutto, ma mai, e dico mai, che sia uscita di casa senza portare appresso il posacenere da borsa!”.

Jasmine Cristallo, prima di diventare Jasmine Cristallo, di politica già ne masticava (sempre da attivista di sinistra): “Anche se prima di prendere quella del Pd ho avuto solo la tessera dell’Anpi”. Poster in cameretta? “Che Guevara”, musica ascoltata? “Guccini, Battiato, De Andrè”, libri? “I Quaderni dal carcere di Gramsci, c’è quella parte degli operai meridionali che venivano aiutati dagli operai settentrionali… Ah, Camus e il pensiero meridiano. E aggiungiamo anche Carla Lonzi”. Unico vuoto nel suo curriculum: il G8 di Genova del 2001 ma, ci tiene a dire, solo perché “all’epoca era appena nata mia figlia”.

Le sue posizioni con quelle dei dem divergono però sulla guerra che “è come il termovalorizzatore, le armi sono l’extrema ratio, bisognerebbe insistere sulla soluzione diplomatica e sul ruolo dell’Unione europea”. Prima che Putin invadesse l’Ucraina accostò la mania degli uomini per le armi a “questioni strettamente connesse a complessi o problemi oggettivi legati” all’organo genitale maschile. Vorrebbe la liberalizzazione delle droghe leggere “meglio che un figlio vada in farmacia o dallo spacciatore?” e pensa che Meloni sia peggio di Berlusconi: “Posso dire quello che penso, finalmente!”.

Riccardo Annibali