Il caso del senatore presidente della Commissione Esteri
Il grillino Petrocelli ‘flirta’ col dittatore Lukashenko: la repressione in Bielorussia è “questione di sicurezza interna”

L’Italia? È sempre stata nel gruppo degli “amici informali della Bielorussia all’interno dell’Unione Europea”. Così Sergei Rachkov, presidente della commissione esteri della camera superiore del Parlamento bielorusso, ha definito i rapporti col nostro Paese durante un incontro organizzato dal senatore grillino Vito Petrocelli, presidente della commissione esteri del Senato.
La notizia è praticamente passata sottotraccia sui giornali italiani, mentre in Bielorussia a scriverne è stato il sito BelTA. Il 17 marzo Petrocelli ha avuto un faccia a faccia online col suo omologo bielorusso Rachkov in cui l’esponente 5 Stelle non ha avuto problemi di sorta nel non condannare le politiche repressive e anti-democratiche di Aleksandr Lukashenko, noto come “l’ultimo dittatore d’Europa”.
Petrocelli ha espresso le preoccupazioni italiane per l’impatto che la situazione politica in Bielorussia può avere sulla stabilità e la sicurezza della regione, ma anche sostenuto i passaggi recenti attuati in Bielorussia per stabilizzare la situazione. “Le questioni di sicurezza interna sono di competenza dello Stato bielorusso e dei cittadini. L’Italia parlerà a favore di un ampio dialogo tra tutti gli strati della società bielorussa”, spiega Petrocelli, glissando sulle rivolte represse dalla polizia per i brogli elettorali di Lukashenko, gli arresti sommari in piazza e le sanzioni comminate dall’Europa.
17 marzo, svolta una conversazione online del presidente della commissione estera della camera superiore del parlamento bielorusso #Rachkov con il Presidente della commissione estera del @Senato Italiano @vitopetrocelli pic.twitter.com/l3FSeIVp4k
— Belarus Embassy Rome (@AmbasciataBLR) March 17, 2021
Petrocelli ha un ‘curriculum’ notevole, per usare un eufemismo, nei rapporti ambigui con dittature e paesi che l’occidente non considera completamente democratici. Un esempio? Con l’agenzia Agi il presidente della commissione esteri del Senato aveva discusso delle proteste di Hong Kong contro il controllo sempre più stretto della Cina e la repressione dei manifestanti, riferendo che “ogni Paese sovrano ha il diritto e il dovere di garantire l’ordine pubblico e la stabilità sociale ed economica sul suo territorio”.
Una fascinazione Petrocelli l’aveva anche per un altro “campione della democrazia”, il Venezuela di Maduro. Nel marzo 2017 Petrocelli vola nella capitale per incontrare i nostri connazionali in Venezuela, col Movimento 5 Stelle (e il governo) che pose il veto in sede europea per impedire il riconoscimento di Guaidò da parte dell’Europa.
Altra sbandata arriva nel rapporto tra UE e Russia e sulle accuse del responsabile della politica estera e di difesa dell’Unione europea, Josep Borrell, contro la propaganda di Cina e Russia sugli aiuti agli Stati europei per la ‘guerra’ al Covid. All’epoca Petrocelli aveva accusato proprio il responsabile europeo: “Mi sembra assolutamente fuori luogo insistere su commenti e prese di posizione di natura geopolitica, nel momento in cui noi ringraziamo alcuni Paesi, non solo la Russia”, aveva riferito il senatore lucano.
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