E’ la giornata di Enrico Letta. La giornata dove “gli esclusi possono tornare protagonisti e noi siamo qui per questo”. Sono 713 le sottoscrizioni raccolte nel Partito Democratico per l’ex premier, unico candidato alla segreteria dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti. “Ci sono stati 860 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti, pertanto proclamiamo Enrico Letta nuovo segretario”: questo l’esito, annunciato dalla presidente del Pd Valentina Cuppi nel corso dell’assemblea.

Al suo arrivo al Nazareno, dopo sette anni di insegnamento a Parigi (ma “lascio tutti i mie incarichi retribuiti”), spiega ai giornalisti di aver dormito “come “il principe di Condé“, citando Alessandro Manzoni e i “Promessi Sposi” e assicurando di aver dormito sonni tranquilli prima del grande giorno, quello che lo porterà alla guida dei Dem.

Luigi II, chiamato comunemente il Gran Condé, fu uno dei più grandi capitani francesi e si racconta che la notte prima della battaglia di Rocroy, piccola fortezza assediata dagli Spagnoli (siamo all’inizio della guerra dei trent’anni franco-ispanica) dormì profondamente. Con i suoi 23mila uomini il giovane Condè, espugnò la cittadella ponendo fine alla supremazia militare spagnola.

“Dobbiamo fare un partito con le porte aperte” perché “se diventiamo partito del potere moriamo” ricorda ai presenti. Nel suo discorso nel corso dell’Assemblea, Letta ripercorre l’anno difficile vissuto in tutto il mondo, paragonando “la caduta della pandemia alla caduta del muro di Berlino. Avrà la stessa forza energetica che ha avuto per quelli della mia generazione. La nostra canzone fu ‘Wind of changes‘. Noi dobbiamo far sì che quello straordinario momento di entusiasmo si ripeta con la caduta della pandemia e noi come il Pd abbiamo il dovere di esserci, non con lo sguardo al nostro ombelico ma nella società”.

“Questo è l’anno più buio della storia repubblicana” ha sottolineato ricordando poi i “100mila morti” negli ultimi 12 mesi segnati dal coronavirus. “Il mio pensiero va a tutti coloro che hanno svolto una funzione fondamentale”, ha aggiunto ricordando che “in questo periodo terribile sono nati anche tanti segnali di speranza”.

Letta poi ringrazia e saluta “Nicola Zingaretti” al quale “mi lega un rapporto di lunga e grande amicizia, abbiamo fatto tante cose insieme e tante ne faremo. Ti ringrazio per avermi cercato, lavoreremo insieme”.

Appello anche agli europeisti e saluto agli italiani all’esterno: “L’idea Paese è un’Italia globale, ha il volto di Luca Attanasio (l’ambasciatore ucciso in Congo, ndr). Un’Italia europea e globale”. Poi mano tesa al mondo femminile: “Noi del Pd abbiamo un problema su questo tema” ovvero quello della rappresentanza femminile, “lo stesso modo in cui si è delineata la rappresentanza al governo dimostra che abbiamo un problema e il fatto che io sia qui, e non una donna, dimostra che c’è un problema e io mi assumerò fino in fondo la responsabilità di questo problema e lo metterò al centro della mia azione”.

Saluta tutti in modo affettuoso. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.

Poi l’apertura ai giovani: “Non dobbiamo essere il partito che parla dei giovani ma il partito che fa parlare i giovani. I giovani saranno al centro. Noi dobbiamo essere il partito dei giovani, invece non li attraiamo. Solo se coinvolgeremo i giovani potremo dire di aver vinto. Se non ce la farò avrò perso la mia sfida qui. Per questo voglio mettere insieme un’università democratica”.

Redazione

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