Lo scrittore napoletano colpito dal malore
Il racconto dell’infarto di Maurizio De Giovanni: “Batte ancora, le storie mi hanno salvato la vita”
Il cuore di Maurizio De Giovanni “batte ancora”: batte per “le stesse cose di prima, una città azzurra e disgraziata, e un popolo allegro e malinconico che mi raccontano storie”. Le storie che forse gli hanno salvato la vita. Lo scrittore napoletano torna a scrivere sui social, un lungo post su Facebook in cui ha raccontato l’infarto, il malore che lo aveva costretto a un ricovero d’urgenza in codice rosso lo scorso 13 luglio.
Per un problema cardiocircolatorio l’autore della saga dei Bastardi di Pizzofalcone e del Commissario Ricciardi tra i tanti titoli era stato trasferito all’Ospedale Cardarelli. Era stato sottoposto a un intervento di angioplastica e quasi subito dichiarato fuori pericolo. È stato dimesso dopo sei giorni. La notizia aveva fatto il giro dei media. “Batte. Batte ancora. Non che abbia mai smesso, naturalmente. Diciamo che a un certo punto s’è inventato una storia, e mentre me la raccontava si è così tanto immedesimato da diventare un po’ troppo realistico. Ha detto: immaginiamo che decida di fermarmi. Che questo velo di sudore freddo, questo senso di oppressione che senti in petto, questo dolorino scemo in mezzo alle scapole sia l’inizio di un processo irreversibile”.
Il lungo post di De Giovanni ragiona sulla paura, la morte, una suggestione sulla fine, racconta del “luogo di assoluta eccellenza e professionalità” che lo ha curato. “Che succeda proprio qui, nel luogo che ti è più caro, esattamente dove vorresti essere, all’interno dell’aria che ha appena respirato chi ami di più. Che succeda come hai in fondo sempre desiderato, senza lunghe battaglie, senza perdita di dignità e di autonomia, con una sofferenza limitata nel tempo e tutto sommato discreta, senza agonie. Che succeda adesso, che hai vissuto abbastanza da ridere e piangere, che chi ami non dovrà combattere con le avversità e potrà vivere sereno. Immaginiamo questo, mi ha detto. Che succeda come un fulmine, abbagliante e immediato, alle soglie del declino e della perdita di forza”.
Quel malore che aveva gli ha fatto avvertire “una strana malinconia, una specie di assurda nostalgia del futuro. Un senso di cose perdute, un vago scrupolo, come quando ci si addormenta vinti dalla stanchezza avendo ancora qualcosa di importante da fare”. Lo scrittore ripercorre i momenti immediatamente successivi al malore, le persone che lo hanno soccorso, gli infermieri e i medici, “un gruppo di spettatori interessati sul cui volto c’era la mia stessa nostalgia triste” che ha incrociato all’ospedale in quei momenti di allarme.
“Finché dal gruppo si è staccato uno, con un soprabito fuori moda, che si è avvicinato e mi ha sussurrato: no. Non se ne parla. Non ancora. Gli ho fissato gli occhi verdi e mi sono stretto nelle spalle. Non è mia questa storia, gli ho detto. Parla con lui. In quello stesso momento il Professore ha detto: ecco qua. Tutto a posto. E lui, il cuore, ha sorriso e ha detto: però era una bella storia. Da tenere a mente. No? Sì, forse era una bella storia. Forse è quella giusta, che prima o poi ci racconteremo. Ma grazie a quella coreografia d’eccellenza per ora il finale è diverso”. Il post è insomma anche un ringraziamento a chi lo ha soccorso e si è preso cura di lui al Cardarelli.
Il finale “è così diverso che ho potuto leggere le migliaia di messaggi, ai quali mi perdonerete se non rispondo singolarmente rinviando l’abbraccio e le risate e le lacrime agli incontri che avremo di persona, perché la vita riprenderà come prima, perché così deve essere. Quello che dovevo dirvi oggi è che batte. Batte ancora. E batte per le stesse cose di prima, una città azzurra e disgraziata, e un popolo allegro e malinconico che mi raccontano storie. Storie che forse, e dico forse, mi hanno salvato la vita”.
De Giovanni ha 64 anni. È emerso nel 2005 con la partecipazione a un concorso di giallisti organizzato da Porsche Italia presso lo storico Gran Caffè Gambrinus a Napoli. I suoi romanzi sono stati tradotti in inglese, spagnolo, catalano, tedesco e francese. Dalle sue opere sono state tratte le fiction televisive I Bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre e Il Commissario Ricciardi. Gli appuntamenti estivi per le presentazioni dell’ultimo romanzo Un volo per Sara erano stati momentaneamente annullati per via del malore.
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