Le Ragioni di Israele
Il ritorno di Erode che dissangua i bimbi di Gaza. Veleno contro l’IDF

Nel corso di questi 17 mesi di guerra a Gaza, una delle accuse ricorrenti rivolte a Israele è stata ed è tuttora quella di uccidere i bambini intenzionalmente. Ci troviamo al cospetto di un’accusa che oltre a essere priva di qualsiasi fondamento reale, non esistendo alcuna prova di omicidi di bambini gazawi commessi da soldati dell’Idf, altro non è che il riproporsi dei libelli del sangue utilizzati contro gli ebrei a partire dal Basso Medioevo e pervenuto in questa forma fino al XIX con il cosiddetto “caso di Damasco” del 1840. In quella circostanza si trattò della scomparsa di un frate cappuccino, che portò all’arresto di numerosi ebrei, alcuni dei quali, sottoposti a tortura, confessarono di averlo ucciso per utilizzare il suo sangue nel confezionamento del pane azzimo.
Questa leggenda nera ha la sua origine nel 1114 in Inghilterra, a Norwich, con la scomparsa e quindi il rinvenimento del cadavere di un bambino di 12 anni di nome Guglielmo, della cui morte vennero accusati alcuni ebrei locali, anche se il caso più celebre è sicuramente quello avvenuto nel 1475 relativo a Simonino di Trento, un bambino di due anni e mezzo ritrovato morto all’interno di una roggia. Per la sua morte vennero accusati e torturati per mesi i 15 ebrei che abitavano nella cittadina. Anch’essi, sottoposti a tortura, confessarono la loro colpevolezza affermando di averlo ucciso per utilizzarne il sangue.
Questo canovaccio nero, in cui gli ebrei sono i malefici perpetratori di omicidi rituali (e va detto che all’epoca del caso di Simonino, l’allora legato papale, vescovo di Ventimiglia, si era reso perfettamente conto dell’infondatezza dell’accusa), è il paradigma storico che sta sullo sfondo e plasma le attuali accuse rivolte ai soldati israeliani. Anche se bisogna dire che ancora più indietro c’è un’altra storia, quella della strage degli innocenti del racconto neotestamentario, nonostante il fatto che Erode, pur essendo tetrarca della Giudea, non fosse ebreo, ma edomita da parte di padre e nabateo da parte di madre. Non importa: questo episodio dalla storicità assai dubbia serve comunque come antefatto per indicare una specifica inclinazione ebraica alla violenza nei confronti dei bambini. L’abbiamo vista riaffiorare nelle parole dell’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, quando, nel dicembre del 2023, a proposito della guerra a Gaza, quindi a soli due mesi dal suo inizio, disse che il Natale che si prospettava per Gaza era “quello di Erode”. Senza dimenticare una recente vignetta a firma Giannelli apparsa sul Corriere della Sera, dal titolo “La strage degli innocenti”, in cui San Pietro si trova in piedi al cospetto di Dio seduto sul suo trono mentre alle sue spalle è raffigurato un gruppo di bambini, e gli dice: “Vengono tutti dalla Palestina, da Gaza”. Con Dio che replica: “Di nuovo Erode?”.
Gli “erodiani” assetati del sangue dei bambini, non cristiani ma palestinesi, sono diventati oggi i soldati dell’Idf. Ma non si dica che si tratta di antisemitismo.
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