Le elezioni in Turchia
Il sindaco curdo “defenestrato” da Erdoğan, vittoria assegnata al suo candidato: rivolta e spray al peperoncino
![FILE – Turkey’s President Recep Tayyip Erdogan speaks during a joint statement with Hungary’s Prime Minister Viktor Orban at the Carmelite Monastery in Budapest, Hungary, Monday, Dec. 18, 2023. Turkey’s president has vowed to widen military operations against groups linked to Kurdish militants in neighboring Iraq and Syria, days after nine soldiers were killed in an attack on a Turkish military base in Iraq. (AP Photo/Denes Erdos, File) FILE – Turkey’s President Recep Tayyip Erdogan speaks during a joint statement with Hungary’s Prime Minister Viktor Orban at the Carmelite Monastery in Budapest, Hungary, Monday, Dec. 18, 2023. Turkey’s president has vowed to widen military operations against groups linked to Kurdish militants in neighboring Iraq and Syria, days after nine soldiers were killed in an attack on a Turkish military base in Iraq. (AP Photo/Denes Erdos, File)](https://www.ilriformista.it/wp-content/uploads/2024/03/Turkey-Iraq-Syria-900x600.jpg)
Si sono appena chiuse le urne in Turchia che le aree curde del sudest dell’Anatolia sono già in rivolta. Dopo solo due giorni dalla proclamazione della vittoria elettorale di Abdullah Zeydan, candidato del partito filocurdo DEM a sindaco della città di Van, il Consiglio supremo elettorale (Ysk), su pressione del Ministero della Giustizia, ne ha annullato l’elezione trasferendo il certificato di sindaco al candidato perdente Abdulahat Arvas del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) di Erdoğan.
Subito si sono scatenate durissime proteste nella provincia di Van, nell’est dell’Anatolia, violentemente represse dalle forze dell’ordine. I video circolati sui social media mostrano che la polizia ha usato spray al peperoncino per disperdere la folla. Martedì le proteste sono diventate violente quando i manifestanti si sono scontrati con la polizia. L’ufficio del governatore di Van ha vietato per 15 giorni tutte le manifestazioni pubbliche e l’ingresso di gruppi esterni nella provincia. Le proteste si sono rapidamente estese ad altre province a maggioranza curda, tra cui Diyarbakir, la città più grande della regione, e decine di persone sono state arrestate.
Abdullah Zeydan, si era assicurato la vittoria alla carica di sindaco di Van con il 55% di voti nelle elezioni locali nazionali di domenica 31 Marzo. Tuttavia, martedì, il Consiglio supremo elettorale ha annullato la sua vittoria, dopo che la Magistratura turca aveva appena emesso una sentenza che lo privava del diritto di elettorato passivo. Lo Ysk ha subito affidato il mandato al secondo classificato, Abdulahat Avraz, che aveva ottenuto solo il 27,15% di voti.
Il filocurdo Partito della Democrazia e dell’Uguaglianza dei popoli (DEM Parti), è la terza formazione politica più rappresentativa nel parlamento turco ed ha visto eleggere suoi 81 sindaci nel sudest della Turchia, un risultato straordinario nonostante la violenta repressione e criminalizzazione a cui è sottoposto da decenni. Il governo turco non è nuovo a queste pratiche, già nelle elezioni locali del 2019, 48 dei 65 sindaci del partito filocurdo, regolarmente eletti sono stati defenestrati o arrestati e sostituiti da funzionari, fiduciari del governo turco.
La pratica della nomina dei fiduciari, in turco Kayyum, nei comuni amministrati da sindaci curdi è impiegata sistematicamente dall’Akp al governo del paese per sostituire i sindaci eletti democraticamente con burocrati nominati dal governo. Tale pratica ricorda quella adottata dai generali nel terribile colpo di stato del 1980, il più cruento della storia moderna turca, quando i militari utilizzarono i Kayyum per bonificare l’amministrazione pubblica comprese le accademie dalla presenza di curdi, di oppositori liberal o socialisti.
Zeydan era stato condannato per accuse legate al terrorismo curdo e aveva scontato circa tre anni di carcere dal 2016 al 2019, ma aveva riacquistato il diritto di voto e di eleggibilità nell’aprile 2023, e il Consiglio supremo elettorale ne aveva per questo accettato la candidatura a sindaco. Anche Özgür Özel, il presidente del Partito repubblicano del popolo (Chp), il maggior partito d’opposizione, ha reagito duramente definendo “un complotto contro i curdi e un colpo di stato civile, la decisione del Ministero della Giustizia di dare il mandato a sindaco al candidato sconfitto smentendo le dichiarazioni a caldo del presidente che aveva detto che avrebbe rispettato la volontà popolare”.
Intanto è iniziata la resa dei conti all’interno dell’Ak Parti alla ricerca del responsabile della sconfitta elettorale. Nel mirino di Erdoğan è finita tutta la macchina dell’organizzazione elettorale. Probabilmente il ministro della Giustizia Yılmaz Tunç, a capo della sicurezza elettorale, sarà considerato uno dei responsabili della disfatta assieme al vicepresidente dell’AK Parti Efkan Ala. A seguire, il presidente degli Affari elettorali, Ali İhsan Yavuz, quello dell’Organizzazione Erkan Kandemir e quello dei governi locali, Yusuf Ziya Yılmaz; tutti membri della stessa commissione alla quale il presidente turco aveva affidato la responsabilità dell’organizzazione della macchina elettorale.
Si preannunciano dunque un rimescolamento e purghe all’interno dell’amministrazione turca.
© Riproduzione riservata