Ancora un’altra morte bianca sul lavoro. Un uomo di 36 anni è morto in una azienda di San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo. Secondo quanto comunica Areu, l’Agenzia regionale emergenza urgenza, l’uomo è deceduto dopo essere precipitato all’interno della Toora Casting di via Mazzini, che produce componenti d’alluminio per auto.

Tre incidenti mortali nell’ultima settimana

Il triste bilancio dei morti sul lavoro non si ferma. Solo nelle ultime 48 ore, sono morti tre lavoratori in distinti incidenti. A Foggia l’operaio Alessandro Rosciano, di 47 anni, è morto in un cantiere a San Giovanni Rotondo, schiacciato da una lastra di calcestruzzo.

A Ripitella di Casoli, in provincia di Chieti, un’altra vittima nella giornata di ieri. Sergio De Luca, di 58 anni, che è stato sindaco del paese per due mandati fino al 2015, ha perso la vita in un incidente agricolo col trattore.

Il 3 agosto, la triste notizia si è abbattuta sulla famiglia di Laila El Harim, 40enne e mamma di un bambino di 5 anni, risucchiata e schiacciata dalla fustellatrice di cui aveva già segnalato il malfunzionamento nell’azienda Bombonette di Camposanto, in provincia di Modena. Per il caso è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo dalla procura di Modena, con due persone iscritte nel registro degli indagati. Ma c’è in corso anche un’indagine ministeriale, attivata su indicazione del Ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

I numeri impressionanti

Sono numeri impressionanti quelli che riporta l’Inail. Nel recente rapporto redatto dall’ente nazionale, sono state 538 le morti sul lavoro in Italia solo nei primi 6 mesi dell’anno, 32 in meno rispetto alle 570 registrate nei primi sei mesi del 2020 con un -5,6 per cento. E c’è una disparità territoriale, confrontando i dati 2020 con quelli del 2021. I casi mortali nel nord-ovest passano da 213 a 128; nel nord-est passano da 107 a 118; al centro Italia si passa da 101 a 102; al Sud si passa da 115 a 157.
nelle Isole si passa da 34 a 33.

A essere maggiormente colpiti sono i lavoratori, nonostante il calo registrato negli ultimi 12 mesi. Gli uomini che hanno perso la vita sul lavoro sono 487, rispetto alle 510 vittime dello scorso anno (-4,5 per cento); invece, sono 51 le donne che sono morte durante il turno di lavoro, rispetto alle 60 vittime del 2002 (-15 per cento).

Dall’analisi per classi di età si segnala l’aumento di morti sul lavoro per i giovani tra i 20 e 29 anni (6 decessi in più) e per la fascia 40-54 anni (+28 casi). Diminuiscono invece per la fascia d’età 30-39 anni (-7 casi) e over 55 (-59 decessi, da 307 a 248 casi).

Dopo la notizia dell’ennesimo incidente mortale, arrivano le prime reazioni. “È indegno, indecoroso quello che succede, non si può continuare a morire sul lavoro”  ha detto il presidente dell’Inail, Franco Bettoni a Radio anch’io su RaiRadio1, secondo cui dati sugli infortuni e morti sul lavoro “impongono assolutamente di lavorare tutti assieme affinché il lavoro non diventi causa di morte“. Per Bettoni “serve veramente un cambio di rotta, un salto di qualità” per sviluppare una cultura nuova nel Paese su salute e sicurezza sul lavoro.

La prevenzione – ha detto ai microfoni di Radio anch’io – è fondamentale e l’istituto fa forti investimenti e continuerà a farlo. Dobbiamo far sì che le norme vengano applicate e lavorare tutti assieme, partendo anche dalla scuola, mettendo insieme più fondi, a favore di una cultura della sicurezza“.

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