L'inchiesta
Incidente tra barche all’Argentario, indagati i due conducenti: escluso uso pilota automatico
Ci sono nuovi elementi di chiarezza sull’incidente del 23 luglio scorso all’Argentario, dove lo scontro tra una barca a vela e uno yacht ha provocato la morte di Andrea Giorgio Coen, 59 anni, gallerista di Biella da anni residente a Roma, mentre risulta ancora dispersa Anna Claudia Cartoni, ex ginnasta romana di 60 anni, entrambi a bordo della barca a vela.
La Procura di Grosseto ha infatti comunicato in una nota che sono indagati entrambi i conducenti delle imbarcazioni, un cittadino danese, l’imprenditore Per Hobrun, e un turista romano, Fernando Manzo, “per i reati di omicidio colposo aggravato e danneggiamento con pericolo colposo di naufragio”.
Ma al momento viene anche smentita una delle ipotesi circolate nelle scorse ore, ovvero, l’utilizzo da parte di uno dei natanti del pilota automatico: per gli inquirenti non ci sono elementi che indichino una tale circostanza.
Quanto all’iscrizione nel registro degli indagati dei due conducenti, la Procura toscana sottolinea che si tratta di un “atto dovuto” in considerazione della necessità di dover condurre accertamenti anche di natura irripetibile.
#Grosseto, scontro imbarcazioni al largo dell’isola del #Giglio: elicottero dei #vigilidelfuoco del reparto volo di Cecina in ricognizione aerea, proseguono le ricerche della persona dispersa [#23luglio 20:30] pic.twitter.com/hd6hynyP3z
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) July 23, 2022
Sulla dinamica degli eventi, aggiunge ancora la procura, “sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti e non è possibile ipotizzare una prima ricostruzione attendibile dei fatti”. “Parimenti, al momento – prosegue la nota degli inquirenti – non risulta che nessuno dei soggetti conducenti fosse in stato di alterazione da sostanze stupefacenti o alcoliche al momento del sinistro“.
Nei prossimi giorni è atteso l’esame autoptico sulla salma dell’unica vittima, Andrea Giorgio Coen, mentre proseguiranno le indagini condotte dai militari della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano.
Decisiva per le indagini potrebbe risultare la consulenza chiesta dalla Procura per stabilire velocità e traiettoria delle due imbarcazioni, entrambe finite sotto sequestro. Al momento infatti la dinamica dell’incidente è ancora tutta da chiarire, anche perché i passeggeri a bordo delle due barche avrebbero dato versioni non uniformi.
L’unica cosa certa è che sabato scorso il motoscafo di ultima generazione Bibi Blu ha investito una quindici metri a vela, la Vahinè, nel tratto di mare fra Porto Santo Stefano e Isola Del Giglio. A bordo c’erano sei persone, quattro sono sopravvissute.
La decisione di non emettere un provvedimento di fermo nei confronti di Hobrun, che potrà lasciare con suo figlio e la fidanzata il Paese, ha provocato la dura reazione del fratello di Manzo, ricoverato all’ospedale di Orbetello dove stamani sarà operato alla spalla. “Perché non c’è ancora stato un fermo di polizia? Si vuole fare in modo che i danesi scappino?”, lo sfogo raccolto dal Corriere della Sera.
In realtà elementi contro gli imprenditori danesi non sono ancora emersi dall’inchiesta della Procura di Grosseto: inoltre questi avrebbero prestato i primi soccorsi in attesa dell’intervento della Capitaneria di porto e questo fatto avrebbe pesato nelle decisioni nei loro confronti.
© Riproduzione riservata