Come ogni giorno percorreva chilometri per lavoro. Da San Giuseppe Vesuviano alla provincia beneventana. Tutti i giorni. Fino a ieri. Ieri infatti, a casa non ha fatto ritorno. È un operaio 43enne l’ennesima vittima di una tragedia sul lavoro. Le chiamano «morti bianche». E nella nostra regione dettano un triste primato. La Campania è, secondo recenti report, la seconda regione d’Italia per numero di morti bianche ed è al primo posto per incidenza del fenomeno, cioè per rapporto tra incidenti sul lavoro e numero di lavoratori.

Un dramma che non sembra avere fine. I numeri che emergono dalle statistiche stilate ogni anno descrivono i contorni di un’emergenza continua, alla quale non si riesce a porre un argine. Il 2021 si è concluso con un triste primato per Napoli e il resto delle province campane. In dieci mesi si sono contate oltre cento denunce per infortuni mortali sul lavoro. Si è arrivati a 107 denunce all’Inail di decessi sul lavoro. Impossibile non considerare che ogni denuncia ripercorre una storia, un dramma, una vita che non c’è più. Tragedie che diventano familiari e sociali. Perché le vittime sono spesso padri o madri, persone che con il loro lavoro portano avanti una famiglia. Un dramma nel dramma, dunque. Una piaga che diventa anche sociale.

Quante volte si è gridato basta! Altrettante volte si è poi finiti a fare i conti con il tragico bollettino. Un elenco a cui da ieri si è aggiunto anche l’episodio avvenuto nel piazzale di una ditta di trasporti nella zona industriale di Puglianello, in provincia di Benevento. La vittima è un uomo di 43enne, originario di San Giuseppe Vesuviano. Lavorava per una ditta di trasporti. È morto ieri mattina nel piazzale di un’azienda. Non si sa con certezza se sia caduto battendo con violenza la testa sull’asfalto oppure se sia stato colpito da alcune lamiere sistemate su un camion. Per far luce sulla dinamica di questa ennesima tragedia la Procura ha avviato un’indagine e i carabinieri stanno analizzando le immagini che potrebbero essere state catturate da qualche telecamera di videosorveglianza presente nella zona, nella speranza che dai video possa arrivare la risposta agli interrogativi sulla dinamica che per il momento restano ancora aperti.

Di recente, il report dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega engineering ha messo in evidenza come la Campania sia prima tra le regioni dove l’incidenza tra numero di morti sul lavoro e numero di lavoratori è più alta. Secondo il report è il lunedì il giorno in cui si verifica il maggior numero di infortuni nei primi dieci mesi del 2021. Le denunce di infortunio sono in aumento (+2,1%) rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. In tutta Italia si sono contati 502.458 casi da gennaio a novembre 2021, ed erano stati 492.150 tra gennaio e novembre 2020. Dati che indicano un incremento degli infortuni sul lavoro di oltre 10mila casi nell’ultimo anno. Dalle statistiche emerge anche che i due settori a maggior rischio di incidenti sono quello dell’edilizia privata e quello dell’agricoltura.

Da tempo chi studia e denuncia il fenomeno delle morti bianche punta l’accento sulla questione controlli. Un nodo ancora irrisolto, se si pensa che in Campania il numero di ispettori è molto esiguo e sono ancora numerosissime le aziende che investono poco o nulla in sicurezza mentre ha una portata enorme il precariato tra i lavoratori che sono più esposti a incidenti e infortuni. C’è poi anche una questione culturale da affrontare e approfondire, oltre al tema strettamente politico. Bisogna intervenire con strumenti sindacali per contenere la precarietà e con regole precise per tutelare il lavoro e i lavoratori.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).