Un magistrato dell’ufficio gip e due carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura sono risultati positivi al Covid-19. Alla vigilia della Fase 2, la notizia non frena la ripresa ma appesantisce il clima e aumenta le preoccupazioni che accompagnano questo momento dopo 50 giorni di lockdown. Interventi di sanificazione urgenti sono stati disposti negli uffici interessati dai nuovi contagi, tra l’undicesimo piano della cittadella giudiziaria e gli uffici della polizia giudiziaria. Intanto si lavora da giorni alle linee guida. I capi degli uffici giudiziari ne discutono con referenti dell’Asl, rappresentanti dell’avvocatura, quelli del personale amministrativo, i dirigenti degli uffici. Serve un protocollo. Ancora non c’è.

Per il momento ci sono idee, proposte, e nemmeno tutte convergenti. Ci sono esigenze di giustizia da tutelare, la salute da garantire e grandi numeri con cui confrontarsi. Quello di Napoli è un distretto tra i maggiori d’Italia. Nel Palazzo di Giustizia del Centro Direzionale entrano ogni giorno circa 5mila persone e si celebrano centinaia di udienze. Con questi numeri organizzare la fase 2 non è facile. Il presidente della Corte di Appello Giuseppe De Carolis lavora con il procuratore generale Luigi Riello e il presidente del tribunale Elisabetta Garzo alle linee guida per disciplinare la ripresa dell’attività giudiziaria. L’orientamento è dare priorità ai processi con imputati detenuti. Si comincerà con gli imputati per i quali i termini di custodia cautelare sono in scadenza entro l’11 novembre. Tra l’11 maggio e il 30 giugno si calcolano 400 processi da celebrare in Corte di Appello a Napoli. Un numero che lascia immaginare che per gli altri processi, quelli con imputati liberi, ci saranno ancora rinvii.

Il presidente De Carolis sta lavorando a un piano che possa tuttavia garantire tempi rapidi anche per i processi con imputati detenuti per i quali i termini di custodia cautelare non sono in scadenza e che potrebbero affrontare le udienze in videoconferenza. Si vedrà. Intanto, parallelamente, saranno scaglionate le udienze, fissati orari precisi per le convocazioni in aula (in media sarà prevista un’udienza ogni una o due ore), sfalsati i turni delle diverse sezioni (prevedendo turni sia di mattina che di pomeriggio). Nessuna udienza sarà aperta al pubblico. Le udienze si svolgeranno a porte chiuse. Anche l’accesso alle cancellerie dovrà seguire rigidi protocolli e orari sfalsati in modo da evitare la presenza negli stessi spazi di più persone.

Negli ascensori si potrà viaggiare in due persone al massimo. Per evitare attese nei corridoi e in prossimità degli ascensori si ragiona su come “orizzontalizzare” il tribunale. Per questo progetto si prevedono tempi più lunghi e interventi di logistica che dovranno interessare l’Ufficio speciale, un ufficio strategico per tante decisioni che attengono le nuove modalità di accesso e di movimento nella Cittadella giudiziaria. Da due anni l’ufficio non ha un capo, urge la nomina di un referente, e si spera che possa verificarsi entro due settimane. Intanto gli avvocati sono sul piede di guerra. Il flash mob previsto per questa mattina si svolgerà non più in piazza, per non rischiare assembramenti, ma sulla piattaforma online Zoom. Questa mattina nel cortile antistante palazzo di giustizia ci sarà solo una bilancia con una toga e l’avvocato Raffaele Esposito leggerà un documento sottoscritto da 600 penalisti.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).