«Oggi è stato incardinato in Commissione Giustizia alla Camera il decreto Cura Italia. Forza Italia presenterà vari emendamenti sulla parte “Giustizia” di tale provvedimento. Tra gli altri, si proporrà di cancellare la norma che introduce il “processo da remoto” ossia un processo celebrato “da casa” e non nell’aula di Giustizia. Proporremo inoltre di allineare la norma per la detenzione domiciliare per i condannati definitivi alle norme sulla custodia cautelare che sono state oggetto di trattamento diverso, come se il sovraffollamento carcerario non fosse determinato anche da una moltitudine di detenuti “presunti innocenti”.

Non si vede perché la detenzione domiciliare riguardi i condannati “definitivi”, ma non coloro che condannati non lo sono neppure. Un emendamento verrà poi riservato al tema delle norme sulle intercettazioni, che dovrebbero entrare in vigore il 1 maggio: la nostra proposta è di effettuare uno slittamento al 1 settembre dell’entrata in vigore. Ancora, solleciteremo il Parlamento ad accogliere la nostra proposta di introdurre la possibilità per gli avvocati di effettuare il deposito telematico di atti. Auspichiamo di non trovare nel Governo e nella maggioranza il solito muro ostile alle nostre proposte».

Così, in una nota, il deputato di Forza Italia e responsabile del dipartimento Giustizia del movimento azzurro, Enrico Costa. Frattanto anche le Camere penali si scagliano contro il processo da remoto. «L’Avvocatura penale è radicalmente contraria ad ogni ipotesi di smaterializzazione dell’udienza penale e della camera di consiglio dei giudici», scrive l’Unione delle Camere Penali in una lettera inviata al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in vista dell’incontro convocato per oggi, a proposito del progetto del processo penale on line.

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