All’estero non è previsto il test di selezione per l’abilitazione, così sarebbero più di 2mila coloro che hanno avanzato al ministero la domanda di convalida dell’abilitazione ottenuta fuori dai confini italiani. “Il punto non è più ostacolare chi consegue l’abilitazione all’estero – sostiene Marcello Pacifico dell’Anief -, ma sbloccare un bando di concorso che in Italia è fermo da tre anni”.

Nell’ennesima guerra tra precari combattuta tra ‘queste quattro mura scolastiche’ ci sono da un lato i supplenti di sostegno che hanno conseguito il titolo in Italia e dall’altra chi lo ha invece conseguito all’estero. Uno scontro cominciato dopo che alcuni giorni fa, la Flc Cgil, ha comunicato che sui titoli di sostegno e di abilitazione ottenuti all’estero il ministero dell’Istruzione e del merito sta per cambiare idea.

Lo scorso anno le migliaia di docenti abilitati o specializzati sul sostegno all’estero, ed allora ancora in attesa di riconoscimento dei relativi titoli da parte del Ministero dell’Istruzione, furono inseriti con riserva nella prima fascia delle gps (graduatorie provinciali di supplenza) ma non hanno potuto essere individuati quali destinatari di supplenza fino allo scioglimento della riserva stessa.

A quel punto sono partiti numerosi ricorsi sia innanzi al Tar sia innanzi ai giudici del lavoro per rivendicare il diritto al conferimento degli incarichi di supplenza. E sembrava che nulla potesse cambiare fino a ieri, quando, inaspettatamente, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha informato le organizzazioni sindacali che sul tema dei docenti abilitati o specializzati all’estero ci sarebbe stata a breve un’inversione di rotta.

La notizia ha spiazzato tutti gli addetti ai lavori che davano per confermato il meccanismo secondo cui i docenti inseriti con riserva in attesa di riconoscimento del titolo non avrebbero potuto stipulare contratti di supplenza. Una notizia che sicuramente farà piacere alle migliaia di docenti abilitati e specializzati all’estero che attendono, qualcuno anche da due anni, una risposta dal Ministero sulla domanda di riconoscimento del titolo.

A fine dicembre l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato aveva indicato le direttive da seguire nei procedimenti di riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero, tuttavia detta svolta in sede giudiziaria non ha accelerato i procedimenti amministrativi pendenti, anzi li ha ulteriormente rallentati, dovendo l’amministrazione analizzare uno per uno, con maggiore attenzione, le singole istanze di riconoscimento, che sono diverse migliaia.

La procedura si è talmente rallentata che, ad oggi, sono oltre duemila i ricorsi pendenti innanzi al Tar Lazio contro il ‘silenzio’ opposto dal Ministero alle richieste di riconoscimento dei titoli. L’eccessivo carico sugli uffici ministeriali ha convinto Valditara a trovare una ‘via di fuga’ consentendo ai docenti inseriti con riserva di poter stipulare contratti di supplenza in attesa del riconoscimento del titolo.

“È una svolta per migliaia e migliaia di docenti che hanno conseguito l’abilitazione all’estero e costituisce uno spartiacque epocale in una vicenda che da anni è al centro delle richieste di Fratelli d’Italia per il mondo della scuola – commenta la senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo, membro della commissione cultura del Senato e responsabile della Scuola del partito –. L’ordinanza permetterà inoltre di coprire numerose cattedre rimaste vacanti rispondendo alle esigenze più stringenti degli istituti scolastici”.

Redazione

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