Il 2023 è sicuramente stato l’anno dell’Intelligenza Artificiale, tanto che il famoso dizionario della lingua inglese, Collins, ha dichiarato l’IA la parola dell’anno. Il 2024 non sembra che sarà da meno. Su Internet e sui giornali, spopolano già le previsioni e pare chiaro che il futuro dell’umanità sarà sempre più legato all’IA e che dalla fase attuale di sperimentazione, si passerà a quella di un suo sviluppo su larga scala. A oggi, si stima che circa il 54 per cento dei consumatori globali si avvalga dell’IA ogni giorno. La previsione è che nel 2024, centinaia di milioni di persone utilizzeranno le sempre più avanzate funzionalità dell’IA nella loro vita quotidiana e nel lavoro. E allora cosa c’è da aspettarsi per il futuro?

Assistente personale. Sempre maggiore sarà l’integrazione dell’IA generativa nei dispositivi che usiamo tutti i giorni. Il che significa anche che, entro la fine del 2024, molti di noi potranno disporre di una specie assistente IA. Questo assistente sarà personalizzato secondo le esigenze di ciascuno o, viceversa, per conoscerci, sfrutterà gli assistenti (sempre più intelligenti), presenti nei prodotti e nei servizi che utilizziamo ogni giorno. Attraverso di loro potrà capire i nostri gusti e le nostre esigenze.

Bias. Un tema molto importante riguarda la privacy dei dati e i pregiudizi. Una grossa parte della ricerca attuale è finalizzata a ridurre e, idealmente, a eliminare il bias, ovvero i pregiudizi che l’IA, fatta da uomini e basata su conoscenze umane, si porta dietro. Gli algoritmi di apprendimento automatico dovrebbero diventare capaci di riconoscere i pregiudizi, e evitarli.

Regolamentazione. Si prevede che un’altra parte importante l’avrà la regolamentazione dell’IA. L’attuazione di leggi legate alla tecnologia è sempre stata una corsa al recupero, ma è ormai evidente a tutti la necessità di far tanto e presto per regolamentare le nuove frontiere tecnologiche (trasparenza degli algoritmi, ecc.).

LLM multimodali. L’IA generativa basata sulla produzione di un testo scritto sta per diventare già obsoleta. Ci si aspetta che molte industrie (da OpenAI a Meta) adottino modelli di lingua multimodali che consentiranno ai consumatori di utilizzare una combinazione di testo, voce e immagini. Nel 2024 dovremmo dunque assistere a una vera esplosione della creatività legata all’IA. Musica, arti visive, letteratura, tutto potrà essere prodotto dall’IA. Come definiremo l’arte nel futuro? Come si stabiliranno questioni legate ai diritti d’autore e alla proprietà artistica? Walter Benjamin, che a metà degli anni 30 del Novecento scriveva della riproducibilità dell’opera d’arte, chissà cosa avrebbe da dire oggi di fronte all’impatto che l’IA avrà sull’arte e la creatività.

IA e fisica quantistica. La fisica quantistica applicata all’IA metterà un motore turbo alla ricerca in campo medico-scientifico, in quello della scienza dei materiali, nelle finanze e nella logistica. La computazione quantistica permetterà cioè all’IA di affrontare problemi complessi e di farlo a una velocità senza precedenti. Istruzione. Si prevede anche un aumento esponenziale delle piattaforme educative basate sull’IA che offriranno contenuti informativi su misura, e tanto altro. E poi l’IA combinata alla realtà virtuale (RV) produrrà contenuti immersivi. Gli studenti potranno sperimentare la Seconda Guerra Mondiale trovandocisi virtualmente nel mezzo, invece di leggerne sui libri.

Mondo del lavoro. Assisteremo a un’adozione dell’IA su larga scala da parte delle imprese in una vasta gamma di settori, dal coding al supporto clienti, dalla produttività generale al marketing. In finanza, ad esempio, l’analisi predittiva guidata dall’IA modificherà la gestione del rischio e le strategie di investimento. Nuovi algoritmi generativi, specializzati, e alimentati da immense quantità di dati per singoli settori industriali, saranno invece in grado di sviluppare conoscenze dettagliate su funzioni aziendali specifiche e su dinamiche di mercato diventando perfino capaci di giungere a decisioni strategiche. Molte professioni cambieranno. Alcune andranno a scomparire e nuove specializzazioni si profileranno all’orizzonte, come quelle legate all’IA stessa dove ci sarà bisogno di ingegneri e scienziati ma anche di filosofi eticisti, per fare i conti con le nuove frontiere di fronte a noi.
La questione è dunque non se l’IA sarà parte del futuro, ma piuttosto come non restare esclusi dal futuro plasmato dall’IA.