E poi dicono che i giornali non servono a nulla. Tutto è partito da un’intervista dell’eurodeputato tedesco Maximilian Krah a Repubblica. Trattando di Europa, del suo coinvolgimento in un’inchiesta sullo spionaggio cinese per cui il suo assistente è stato arrestato, e del suo partito Alternative fur Deutschland, è finito a parlare delle SS. Per il volto di Afd, non tutti coloro che indossavano l’uniforme delle SS erano automaticamente criminali. Una frase controversa, se non folle, che ci si può aspettare giusto da un membro di un partito accusato più volte di essere neonazista. Le dichiarazioni di Krah, in poche ore, hanno scatenato un effetto a catena che potrebbe addirittura cambiare gli equilibri nel Parlamento Europeo. Intanto è arrivato il passo indietro del tedesco.

Krah, perché Le Pen e Salvini si smarcano dai tedeschi di Afd

Già ieri, infatti, gli alleati principali in Europa di Afd, cioè il Rassemblement National di Marine Le Pen e la Lega di Matteo Salvini, tutti membri del gruppo europeo di Identità e Democrazia, si sono smarcati dalle parole di Krah. Il partito francese è andato oltre: il giovane leader e delfino di Le Pen, Jordan Bardella, ha annunciato di voler terminare la cooperazione politica con la formazione di estrema destra in Germania, creando di fatto una divisione importante nel gruppo di Id. Rn ha quindi deciso di non volersi sedere più negli stessi seggi dei tedeschi ed è stato seguito a ruota dai leghisti. Una rottura che sembra insanabile e particolare, vista la velocità con la quale si è creata.

Tuttavia, la scelta di francesi e italiani non deriva solo dalle scellerate frasi di Krah, che sono state – per tempismo e clamore – perfettamente utili allo scopo che da tempo Le Pen e Salvini si sono prefissati. Rendersi più credibili per diventare possibili alleati di governo a livello europeo. Dopo le elezioni europee di inizio giugno, la governance dell’Eurocamera e delle istituzioni di Strasburgo e Bruxelles potrebbe cambiare, virando a destra. Questo comporterebbe l’eventualità di una maggioranza di centrodestra in Europa, con i popolari, i conservatori e il gruppo di destra più radicale come l’Id. Ma in questi mesi l’allargamento del moderato Ppe (in cui c’è Forza Italia, per intendersi) al gruppo di Lega, Rn e Afd era stato più volte escluso, per colpa degli estremisti presenti, in particolare del partito tedesco. Mentre gli stessi popolari, almeno una robusta corrente, sono ben aperti alla possibilità di un’alleanza con i Conservatori guidati da Giorgia Meloni, che negli ultimi tempi si è dimostrata più affidabile e con meno sbandate.

Le negoziazioni nella destra in Europa

Per questo i lepenisti, e con loro i salviniani, hanno preso la decisione di non accompagnarsi più con l’Afd da dopo le elezioni. Al netto delle dichiarazioni roboanti, però, tutto dipenderà dagli esiti delle urne che stabiliranno il numero di seggi per ciascun gruppo europeo. Solo dopo il 10 giugno, infatti, i partiti prenderanno le proprie decisioni, in base alle reali ipotesi di alleanze. Ma intanto le negoziazioni sono già partite. La conferma arriva dal Belgio, dal presidente del partito Id e leader del partito di destra Vlaams Belang, l’eurodeputato Gerolf Annemans. Il belga ha parlato di “intensi negoziati” che potrebbero sfociare in una “ricomposizione dei gruppi politici del parlamento europeo” a destra. L’obiettivo è sempre quello: ergersi a possibile opzione come alleato di governo.

Le dimissioni di Krah, i tentativi di riparare dell’Afd

L’idea di essere ‘abbandonati’ non è stata presa bene dai tedeschi dell’Afd che hanno provato a rimediare all’intervista di Krah. La dirigenza del partito ha infatti imposto al proprio candidato principale il divieto di qualsiasi apparizione pubblica nelle prossime settimane. Una scelta comprensibile, per cercare anche di calmare le acque. Tra l’altro Krah già nelle scorse settimane, per via dell’arresto di un suo collaboratore accusato di spionaggio a favore della Cina, era stato in qualche modo oscurato dall’Afd. Il suo volto era stato anche tolto dai video e dai manifesti del partito. L’errore dei vertici della formazione di estrema destra è non aver pensato ad inibire le sue interviste sui giornali.

Dopo il passo indietro imposto, è arrivato anche il messaggio rivolto agli (ex) amici francesi, e non solo. Dall’Afd, infatti, come riporta l’agenzia Dpa, è rimbalzato l’auspicio di continuare la cooperazione con l’Rn, visto lo stretto legame nel Parlamento europeo con Le Pen, la Lega e l’Fpoe, il partito della Libertà austriaco.

Non solo l’oscuramento in campagna elettorale, ma anche l’addio al comitato esecutivo federale del partito. Krah, infatti, ha annunciato le sue dimissioni dalla direzione federale di Afd con un post su X: “Prendo atto del fatto che dichiarazioni oggettive e differenziate da parte mia sono state strumentalizzate come pretesto per danneggiare il nostro partito. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento è una discussione su di me. L’Afd deve mantenere la sua unità. Per questo motivo rinuncio immediatamente a ulteriori apparizioni in campagna elettorale e mi dimetto da membro del consiglio federale”. L’estremo tentativo.

La reazione di Salvini

In giornata, sulla vicenda è tornato a parlarne il leghista Matteo Salvini, che ha condannato le frasi controverse di Krah: “Dichiarazione assolutamente fuori dal mondo di uno che si è dimesso stamattina, se uno arriva a dire che non tutti gli SS sono delinquenti con me non può avere a che fare”. A Radio 1 il vicepremier ha proseguito: “Noi non guardiamo al passato, io guardo al futuro, ma alcune dichiarazioni di nostalgici del nazismo o del comunismo sono fuori dal mondo”. E dalla Lega sono giunte riprove di come in ambito europeo si stia muovendo per ciò che avverrà dopo il 9 giugno. Il Carroccio, infatti, ha fatto sapere che in mattinata si è svolto un videocollegamento tra Salvini e Marine Le Pen: “È stata l’occasione per fare il punto della situazione in vista delle Europee, anche alla luce delle riflessioni condivise ieri sulla futura composizione del gruppo Id“. Il gran ballo è iniziato. Tutto grazie a un’intervista su un quotidiano.