Ha lasciato il calcio per andare a combattere in Ucraina, raccontando sui social, in particolare TikTok, quanto stia avvenendo al fronte. Ivan Luca Vavassori, 29 anni, ex portiere del Legnano, Pro Patria e Bra, ha postato un video annunciando che sta per partire per una missione ‘suicida’: “Questo sarà il mio ultimo video non so per quanto tempo. Se riuscirò farò avere mie notizie il prima possibile. Sperando che tutto vada bene”.

L’ultimo video su TikTok

Il Sud è il 90% già conquistato, mentre il Nord è ancora sotto i bombardamenti delle truppe russe – spiega nel video – Siamo riusciti a rubare dei blindati russi, dei bazooka e altre armi. Dopo ci siamo fermati, non sappiamo che cos’è successo. E’ un venuto un maggiore a parlarci e ha detto che vuole le truppe in difensiva. Io e i miei uomini abbiamo detto che non vogliamo essere bombardati“.

Vavassori, che si è unito alle brigate internazionali come volontario e comanda ‘un gruppo di ragazzi’, afferma di far parte della fanteria e di essere un ‘assaltatore’. “Con il maggiore abbiamo deciso che attaccheremo in solitaria, senza che nessuno sappia niente. La nostra sarà una missione suicida perché abbiamo pochissime unità contro un intero esercito. Sarà un suicidio totale, ma preferiamo provare”, conclude. Sopra la sua immagine, la scritta “morire vent’anni prima o vent’anni dopo poco importa. Quel che importa è morire bene. Soltanto allora inizia la vita”. 

Chi è Ivan Luca Vavassori

Di origine russe, Ivan Luca è stato adottato a 5 anni da Pietro Vavassori, 70 anni, titolare dell’ Italsempione, azienda lombarda nel settore della logistica, e da Alessandra Sgarella, che l’11 dicembre 1997 fu rapita nel cortile di casa a Milano dalla ‘ndrangheta. Venne tenuta prigioniera per dieci mesi nella Locride. Riuscì a resistere grazie proprio alle lettere che scriveva per quel bambino in arrivo da Elektrostal, nei pressi di Mosca, come raccontò lei stessa al processo contro i suoi rapitori (tutti condannati). Alessandra oggi non c’è più: è morta il 27 agosto 2011 a causa di un malattia.

Ivan Luca fino a qualche tempo fa si trovava in Bolivia, dove si stava allenando con il Real Santa Cruz. Poi la decisione di partire per l’Ucraina, annunciata tramite un video su TikTok il 28 febbraio: “Avrei immaginato di fare tutto nella vita ma mai di mettermi l’uniforme.”  Quindi l’addestramento, l’arruolamento- in un video del 3 marzo racconta di essere ‘abile e arruolato’- e l’arrivo in Ucraina attraverso il confine polacco. Dove è diventato, qualche giorno dopo, il ‘comandante Rome’: “Aquila nera, così mi chiamano i miei ragazzi” racconta. Nel Paese è in una compagnia dove ci sono francesi, inglesi, tedeschi e americani. “Tra di noi parliamo inglese, aiutiamo gli ucraini ma non siamo nei loro ranghi”.

Sui social Ivan Luca pubblica, quando possibile, gli aggiornamenti sulle sue condizioni e sul conflitto. Le immagini mostrano i soldati in viaggio, i profughi che cercano di lasciare il Paese. In uno dei video rivela: “Combattiamo da ore, i russi sono dappertutto”. Mentre in un altro, più recente, si legge: “Conquistata un’altra postazione… I russi ripiegano lontano da Kiev”. Solo due giorni fa il padre, contattato dal Corriere della Sera, aveva detto: “Ivan Luca sta bene. So solo questo: che sta bene. Ma preferisco non aggiungere altro“.

Poi l’ultimo filmato, risalente a qualche ora fa, con l’annuncio della nuova missione e la speranza che vada tutto bene.

Mariangela Celiberti

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