Ivan Vavassori è vivo e “ricoverato in ospedale con la febbre alta”. A dirlo è il padre Pietro, che chiarisce così il giallo della scomparsa del 30enne ex calciatore, da settimane in Ucraina dove si è arruolato come volontario per combattere al fianco dell’esercito di Kiev.

Pietro Vavassori, imprenditore a capo dell’Italsempione, azienda della logistica, ed ex patron della Pro Patria di Busto Arsizio, ha rassicurato sulle condizioni del figlio al Tg1. Ivan, nato in Russia, è stato adottato da Pietro e Alessandra Sgarella, sequestrata dalla ‘ndrangheta nel 1997 e morta nel 2011 per una malattia. Dopo esperienze nel calcio tra la Serie C e la Bolivia, nella squadra del Real Santa Cruz, con lo scoppiare del conflitto in Ucraina si era unito come foreign fighter nell’esercito.

Nella ‘Legione di difesa internazionale Ucraina’ è diventato il ‘comandante Rome‘ o ‘Aquila nera‘ per quel suo vezzo, come ha raccontato su TikTok, di mettere un nastro nero intorno al caricatore del suo mitra.

Tre giorni fa l’ex calciatore era scomparso e sui suoi social era stato lanciato l’allarme, temendo per la sua vita. “Ci dispiace informarvi – aveva scritto domenica sui social una persona di fiducia a cui Ivan aveva delegato l’utilizzo del profilo – che la scorsa notte durante la ritirata di alcuni feriti in un attacco a Mariupol, due convogli sono stati distrutti dall’esercito russo. In uno di questi c’era forse anche Ivan, insieme col 4° Reggimento. Stiamo provando a capire se ci sono sopravvissuti“. Quindi ieri, lunedì 25 aprile, si era accesa una speranza: “La squadra di Ivan – si legge nel messaggio in inglese sempre postato sui suoi social – è sopravvissuta. Stanno provando a tornare, ma sono circondati da forze russe così non sappiamo quando e quanto tempo dovranno impiegarci. Nell’attacco – conclude il messaggio serale – ci sono 5 persone morte e 4 ferite, ma non sappiamo i loro nomi“.

Oggi dunque la conferma da parte del padre Pietro che l’ex calciatore è scampato all’attacco russo. Dopo essere partito per l’Ucraina, Ivan aveva raccontato con toni drammatici il senso del suo viaggio: “La nostra sarà una missione suicida perché abbiamo pochissime unità contro un intero esercito, ma preferiamo provare. Quel che importa è morire bene, soltanto allora inizia la vita“, aveva scritto.

Il post di Ivan su Instagram

Lo stesso Ivan ha confermato sul proprio profilo Instagram di stare bene e di essere ricoverato in ospedale. “Sono vivo, ho solo febbre molto alta, alcune ferite in varie parti del corpo. Per fortuna nulla di rotto”, ha scritto su Instragam l’ex calciatore e foreign fighter italiano.

Visti i dubbi sulle sue condizioni e sui post social non scritti però in prima persona, oggi Vavassori ha quindi voluto ringraziare per tutti i messaggi di sostegno arrivati nelle ultime ore: “Grazie a tutti per il supporto”, ha scritto.

Procura di Milano apre inchiesta

Intanto a Milano il pool antiterrorismo della Procura, guidato dal pubblico ministero Alberto Nobili, ha aperto un’inchiesta conoscitiva, quindi senza titoli di reato né indagati, sulla vicenda. L’indagine, scrive l’Ansa, punta a capire se c’è un eventuale giro di arruolamento illegale o di mercenari: Vavassori sarebbe partito per l’Ucraina per una sua personale decisione e a sue spese.

 

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.