La débâcle 5 Stelle
La disfatta grillina a Parma, da prima ‘roccaforte’ conquistata nel 2012 a città senza candidati

Da prima grande città a consegnare la fascia tricolore ad un esponente del Movimento, a non avere neanche un candidato o una lista da presentare alle prossime amministrative.
È la triste parola del ‘grillismo’ a Parma, la città ducale che dieci anni fa, nel 2012, aveva visto trionfare un giovane Federico Pizzarotti, sindaco arrembante che poi ruppe con Beppe Grillo e riuscì da ‘civico’ a conquistare un secondo mandato anche nel 2017.
Ad annunciarlo oggi è stato il senatore pentastellato Gabriele Lanzi, che per tale scelta accusa il Partito Democratico dell’amico-nemico Enrico Letta. Per Lanzi infatti il quadro politico emerso nelle ultime a Parma “rasenta l’inverosimile” perché “il PD non presenta un proprio candidato sindaco ma ne sceglie uno nel campo dei propri avversari; lo chiamano campo largo, una definizione non sufficiente però a chiarire quali siano state le reali motivazioni per una scelta così paradossale”.
Il tutto mentre, è l’analisi del senatore 5 Stelle, “il centrodestra è costretto, per debolezza manifesta, a riproporre un candidato sindaco già visto e testato”, in riferimento all’ex primo cittadino Pietro Vignali, che correrà per Forza Italia e Lega, con Fratelli d’Italia che punterà invece su Priamo Bocchi.
Secondo Lanzi ad affrontarsi vi sono “due fronti che a tutt’oggi si somigliano molto per la stranezza dei percorsi adottati per le candidature a sindaco e per alcuni obiettivi di investimento strutturali che perseguono e tutelano in egual maniera, in prosecuzione di quanto fatto fino ad oggi dall’amministrazione uscente”.
Se per i Dem possibili alleati del ‘campo largo’ e il centrodestra ci sono parole al vetriolo, Lanzi lascia pochissimo spazio all’autocritica, che i grillini fanno al loro interno rivolgendosi “alla nostra non partecipazione alle amministrative, pur nel quadro complessivo non certo edificante”. Ma l’autoassoluzione è già finita, per lasciare il campo alla presa d’atto della “impercorribilità di una strada comune che per noi era il presupposto per essere presenti in questa tornata elettorale con una proposta solida per la città di Parma”.
Dunque il Movimento di Giuseppe Conte si appresta ad assistere da spettatore alla prossima tornata elettorale di Parma del 12 giugno. In campo ci sarà invece proprio l’ex 5 Stelle Pizzarotti, che con la sua lista civica Effetto Parma, ha siglato un accordo con il PD per la candidatura di Michele Guerra, assessore propria nell’ultima giunta Pizzarotti.
Una sfida per la carica di sindaco che dovrebbe risolversi al ballottaggio, visto il numero di candidati: in campo c’è anche Dario Costi, sostenuto da Azione di Carlo Calenda, mentre il Dem Michele Canova ha rotto col partito e ha lanciato una sua candidatura con la piattaforma civica Parma Democratica. Alla sua sinistra c’è anche Potere al Popolo che punta su Andrea Bui.
Nel centrodestra come detto punta alla rielezione l’ex sindaco Vignali, ma troverà avversari nella stessa area nell’ex assessore Giampaolo Lavagetto, con la civica Parma2032, e Priamo Bocchi col partito di Giorgia Meloni.
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