Un patto tra clan per assicurarsi il controllo del territorio di Acerra, comune a nord di Napoli, e per vendicare l’omicidio del fratello del boss. E’ nato così il piano per uccidere Pasquale Tortora, 55 anni, freddato sotto casa il 20 maggio 2020, sei mesi dopo l’agguato che ammazzò, sempre nei pressi della sua abitazione, Giuseppe Avventurato, 48 anni. Nella mattinata ad Acerra, Napoli e Nuoro, i militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di altrettanti indagati gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso in omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

L’attività investigativa, svolta dal citato Nucleo e coordinata dalla Dda di Napoli, ha consentito, in sintesi, di documentare: l’esistenza e l’operatività di due gruppi criminali, uno formatosi ad Afragola e coagulatosi intorno a Cosimo Nicolì, 54 anni, e l’altro guidato da Bruno Avventurato, 57 anni, operante ad Acerra. I due sodalizi in accordo tra loro hanno ideato e organizzato l’omicidio di Pasquale Tortora, elemento di spicco dell’omonimo clan attivo ad Acerra e Casalnuovo di Napoli. Nell’occasione il gruppo Avventurato aveva fornito il necessario supporto logistico ai sicari, mentre Nicolì si era preoccupato di reperire i killer. Per l’assassinio il Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna ha già arrestato gli esecutori materiali del delitto.

Il duplice movente dell’omicidio era quello di vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato, fratello di Bruno e già capo dell’omonimo gruppo, di cui si riteneva responsabile i Tortora, e suggellare un patto tra i due gruppi camorristici finalizzato ad assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra. Nello stesso tempo Cosimo Nicolì nel rapportarsi con i propri sodali e alleati ha speso il nome della famiglia Senese originaria di Afragola, da tempo operativa su Roma e già in storici rapporti con il clan Moccia.

Tra i coinvolti nell’indagine vi era anche Pasquale Di Balsamo, 22 anni, ucciso il 29 aprile scorso in una sparatoria avvenuta ad Acerra tra lo stesso Di Balsamo e Vincenzo Tortora, legato all’omonima famiglia, anch’egli deceduto in conseguenza del conflitto a fuoco. Le evidenze investigative hanno dimostrato che Pasquale Di Balsamo si era prodigato in prima persona per fornire “l’appoggio” ai killer di Pasquale Tortora.

I nomi degli arrestati: Cosimo Nicolì, Bruno Avventurato, Giancarlo Avvenutrato, 35 anni, Andrea Aloia, 22 anni, Vincenzo Bastelli, 34 anni, Ferdinando Rago, 51 anni.

Redazione

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