Galli della Loggia apre il dibattito
La globalizzazione ha fallito, per questo vince Salvini
In un articolo sul Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia ha preso di petto la questione di fondo: «Perché la destra è così forte in Europa». Partiamo da una descrizione del fenomeno: si tratta di una destra radicale, nazionalista, razzista, antieuropea con componenti antisemiti che talora usa anche simbologie tratte dal fascismo, ma, come illustra anche il bel libro di Antonio Scurati, «non si tratta di un ritorno al fascismo. Del fascismo novecentesco infatti mancano alla destra antiliberale di oggi due tratti essenziali: l’organizzazione paramilitare e l’impiego della violenza contro gli avversari politici» (Galli della Loggia). Casomai il corrispettivo moderno della violenza paramilitare è l’uso politico di internet per lanciare l’immagine corporea del leader, le sue parole d’ordine, le sue attività quotidiane (che così lo rendono del tutto simile all’uomo qualunque). Poi le fake news, gli attacchi personali che sono il corrispettivo moderno dei manganelli.
Colui che ha svolto a livello mondiale un ruolo di anticipazione è stato Putin, richiamato giustamente da Galli della Loggia, che ha compreso per primo come internet può servire a manipolare le democrazie occidentali, lo ha fatto in primo luogo in USA, favorendo la vittoria di Trump che sta dando via libera a tutta la sua operazione geopolitica. Se questi sono alcuni degli aspetti sovrastrutturali della situazione, vediamo gli aspetti strutturali. Alla radice di tutto, a nostro avviso, c’è il fatto che è stata smentita la previsione di alcuni teorici liberisti e anche neomarxisti secondo la quale la globalizzazione si sarebbe risolta nell’ennesimo trionfo dell’Occidente. Invece la globalizzazione si è risolta nello straordinario sviluppo di alcuni dei paesi Brics, in primo luogo la Cina e l’India, che da un lato hanno esteso e rafforzato il loro ceto medio, dall’altro lato, attraverso la concorrenza sleale dei loro grandi gruppi, hanno colpito il ceto medio in USA, in Inghilterra e in Europa e provocato la chiusura di molte fabbriche manifatturiere.
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Per di più sono emersi fenomeni come la finanziarizzazione dell’economia e la sua deregolamentazione – spesso favorita negli USA dai democratici e in Inghilterra dai laburisti come Blair – che è stata una delle cause della più lunga recessione avvenuta in Occidente. La socialdemocrazia ha dimenticato la lezione di un grande economista marxista come Rudolf Hilferding, che nel suo libro Il capitale finanziario avvertì che un’eccessiva estensione della finanza avrebbe colpito gli imprenditori e la classe operaia. Tutto ciò nei decisivi anni 2008-2013 è stato favorito dalla politica portata avanti dall’Unione Europea a direzione tedesca che ha pensato di curare la recessione con l’austerità provando a strangolare la Grecia, a commissariare l’Italia mentre entrambi questi paesi venivano anche abbandonati a se stessi per ciò che riguardava l’immigrazione. Da un certo momento in poi gli USA e quel tipo di Unione Europea sono diventati una fabbrica di nazionalisti, anzi di sovranisti. Oggi la destra è così forte e la sinistra così debole perché non c’è stata una razionale non massimalista, ma riformista contestazione da sinistra di ciò che prevaleva nella globalizzazione e negli eccessi di finanziarizzazione e di deregolamentazione. Chi ha salvato il salvabile è stato Draghi dalla BCE, non certo i socialdemocratici tedeschi, i socialisti francesi, i laburisti guidati da quell’inquietante personaggio che è Corbyn e tantomeno il PD. Berlinguer e poi i suoi “ragazzi” a suo tempo non hanno seguito l’unica linea razionale organica per la fuoriuscita dal comunismo approdando alla socialdemocrazia e al riformismo e quindi all’unità con il PSI, come proponevano i “rinnegati” miglioristi (cosa riconosciuta adesso anche da Mario Tronti) e hanno dato retta ad Eugenio Scalfari. Eugenio Scalfari ha offerto loro i materiali culturali per convertire il leninismo in giustizialismo, per cui hanno cavalcato la questione morale (pur non avendone i requisiti perché il PCI-PDS aveva anch’esso molteplici fonti di finanziamento irregolare) e, avendo il sostegno di tutto il circo mediatico-giudiziario, hanno concorso alla distruzione del PSI, dei partiti laici, di un pezzo di DC. Per farsi accettare dall’establishment il PDS-DS-Margherita-PD ha assunto posizioni acritiche rispetto all’Unione Europea sul terreno della politica economica e dell’immigrazione (fino alla discesa in campo di Minniti) e si è tramutato in una sorta di partito radicale di massa essendo assai sensibile ai temi della bioetica, mentre invece ha abbandonato a se stessa la classe operaia e il sindacato. Tutto ciò è confermato anche da questa manovra di politica economica.
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Dato e non concesso che ogni anno bisogna buttare dalla finestra 23 miliardi per l’IVA (a mio avviso sarebbe molto più ragionevole operare una rimodulazione di essa con interventi selettivi), allora tutte le scarse risorse rimaste a disposizione dovrebbero essere concentrate su tre voci: la riduzione del cuneo fiscale per le imprese, quella per i lavoratori, l’incremento degli investimenti pubblici, stop. Solo da un impatto di questo tipo potrebbe derivare un qualche effetto per la ripresa, invece da questa frantumazione delle risorse in tanti bonus non deriva nemmeno un’operazione di consenso perché si tratta di mance. Il fatto è che andavano eliminate le due misure demenziali del precedente governo costituite dal reddito di cittadinanza e da quota 100. Ma al dunque il PD si è ritrovato ad avere come alleato il Movimento 5 stelle, cioè una forza politica ultragiustizialista, antiparlamentare, anticapitalista, affascinata dalla problematica della decrescita felice che ovviamente richiede dosi enormi di assistenzialismo. Non possiamo fare a meno di rilevare che c’è una nemesi storica in tutto ciò. Occhetto, ma specialmente D’Alema, Veltroni e Violante, come abbiamo già visto, a suo tempo (1992-1994) hanno lavorato per distruggere il PSI, i partiti laici, il centro-destra della DC, ritenendo che quella era la scorciatoia per conquistare il potere e governare insieme alla sinistra democristiana. Così essi hanno creato un vuoto politico e sociale che però, diversamente dalle loro aspettative, prima è stato coperto da Berlusconi, che non sono mai riusciti a battere definitivamente, e poi, quando anche Berlusconi è entrato in crisi, dall’affermazione da un lato dei grillini, da un altro della Lega nella versione Salvini. Davvero un bel risultato. Il PD si è liberato di Craxi ricorrendo a tutti i mezzi e adesso si ritrova ad implorare in ginocchio Di Maio per averlo come alleato di fronte all’offensiva nazionalista-sovranista. La storia è imprevedibile e se nel mondo c’è la tendenza di fondo descritta da Galli della Loggia in Italia, se Dio vuole, essa si presenta nelle forme peggiori, con il PD che deve cercare l’alleanza con i Visigoti per bloccare l’invasione dei mongoli di Gengis Khan. Per superare questa situazione occorre un’autentica rivoluzione culturale e sociale della quale, allo stato, esistono solo alcuni prolegomeni. Per quello che ci riguarda, stiamo seguendo con attenzione quello che stanno facendo Matteo Renzi e Italia Viva per capire se si tratta solo di un exploit personale destinato ad avere un’esistenza asfittica, o di un nucleo iniziale aperto a molteplici contributi per costruire un’autentica forza riformista e garantista.
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