La svolta
La grazia a Patrick Zaki, il lavoro di diplomazia che i familiari aspettavano da anni
Una nuova svolta, forse definitiva, sulla vicenda giudiziaria di Patrick Zaki, lo studente egiziano che era stato condannato nei giorni scorsi a tre anni di carcere. La grazia è stata concessa dal presidente Abdel Fattah al-Sissi insieme a quella per l’attivista per i diritti umani Mohamed al-Baqer, amico di Alaa Abdel Fattah.
L’annuncio dal Cairo, in attesa di ulteriori mosse formali da parte delle autorità egiziane, segna un passaggio fondamentale nella vicenda che ha coinvolto Zaki. Per lo studente dell’università di Bologna si è trattato di un calvario iniziato il 7 febbraio 2020, data in cui Zaki fu fermato nell’aeroporto della capitale egiziana e condotto nella prigione di Tora.
La detenzione è stata rinnovata diverse volte, finché il 18 luglio il ragazzo è stato condannato dal Tribunale per reati minori della sicurezza dello Stato di emergenza, seconda divisione di Mansura, a tre anni di reclusione. Dei 36 mesi, 22 erano già passati in custodia cautelare. Il governo italiano, in questi ultimi giorni, aveva ribadito il proprio impegno nei confronti della vicenda.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva commentato proprio prima della grazia: “Stiamo seguendo, come abbiamo sempre, fatto la vicenda. Intelligenti pauca (formula latina per il nostro “a buon intenditor poche parole” ndr)”. La decisione di Al Sisi, arrivata nel pomeriggio di ieri, conferma il lavoro della diplomazia per Zaki, dando così la notizia che amici, familiari e sostenitori aspettavano da anni.
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