Tuttavia, adesso Salvini e la Meloni non devono dimenticare due cose: che l’Italia ha un debito pubblico/Pil a quota 134% con larga parte delle attività economiche bloccate e che l’Ue, a sua volta, nell’immediato ha annullato il fiscal compact e la preclusione a interventi statali, mentre la Bce sta comprando titoli italiani e lo farà fino a 220 miliardi. Senza questo intervento staremmo in un mare di guai. Al tavolo delle trattative dei ministri economici sono state acquisite quattro componenti di intervento: la prima è lo Sure, prestiti a tasso agevolato per finanziare le spese per i sistemi di protezione del lavoro (tipo cassa integrazione).

Sarebbe pari a 100 miliardi e l’Italia dovrebbe ricevere fra i 15 e i 20 miliardi, un punto di Pil. La seconda voce è la linea di credito di 200 miliardi messi a disposizione per la Bei, per garanzie e finanziamenti alle imprese. Il punto assai controverso è la terza voce e riguarda il Mes, sottoposto però a una totale ridefinizione; si tratta di prestiti a tasso agevolato per l’Italia pari a 36 miliardi per spese dirette e indirette nella sanità, quindi non si tratta affatto del Mes nella versione precedente. Senonché la sola parola Mes sta scatenando i furori ideologici dei grillini. Per venire incontro a questi furori il presidente Conte ha dichiarato che noi non siamo interessati al Mes. Ma con questi chiari di luna, possiamo permetterci questo lusso?

Per di più la dizione “spese indirette per la sanità” consente una notevole libertà d’azione e paesi come la Francia e la Spagna, guidati da persone ragionevoli, sono interessati a questa versione del Mes. Invece Conte, cavalcando il grillismo, ha detto che o ci saranno i Coronabond o faremo da soli. Se tutto ciò è una mossa contrattuale per ottenere il massimo di risorse e la più rapida operatività sulla quarta voce, cioè il fondo per la ripresa, ciò può anche andar bene. Il fondo per la ripresa può sostituire i Coronabond sui quali Germania e Olanda stanno conducendo a loro volta una battaglia ideologica e si può ottenere lo stesso risultato con l’emissione di titoli comuni per sostenere la ripresa economica: sarebbe una via per salvare la faccia a tutti attraverso l’uso di parole diverse. Quello che non possiamo fare invece è andare da soli. Il paradosso sarebbe quello che, dopo tante polemiche frontali, Conte e Salvini si troverebbero insieme in una comune “solitudine”.

A parte i sogni impossibili sui Bot per soli italiani, che cosa vorrebbe dire davvero andar da soli lo ha spiegato bene Oscar Farinetti: non il ridicolo contributo di solidarietà proposto dal Pd, ma un prelievo forzoso del 2% su tutti i redditi che stanno in banca. Secondo Farinetti se ne ricaverebbero circa 83 miliardi. Questo sarebbe l’unico modo per andar da soli, ma una tantum: se poi questa cifra non bastasse e si dovesse comunque ricorrere al mercato sarebbero guai serissimi con il rischio di un’esplosione degli spread e di un default.

Di conseguenza sarebbe molto meglio stare fino in fondo al tavolo della trattativa con l’Europa per ottenere su tutte le quattro direttrici il massimo possibile. L’Italia sta affrontando la più grave crisi dal 1945, nella quale si combinano insieme una gravissima epidemia e il rischio del collasso economico con una classe politica del tutto inadeguata sia al governo sia all’opposizione. Non a caso siccome tutti si sono accorti di questa situazione, Cina, Russia e adesso anche Trump stanno conducendo una partita senza esclusione di colpi pur di mettere le mani su un Paese privo di classe dirigente. Sul Sole 24 Ore di domenica è comparso un inserto di ben quattro pagine pagato chiaramente dal governo cinese. Fortunatamente Papa Francesco in due bellissimi discorsi ha invocato la protezione divina su tutti noi.