Apparentemente un presidente del Consiglio che attacca frontalmente i due leader dell’opposizione approfittando delle comunicazioni date ai cittadini sull’andamento di una terribile epidemia è un pericolo irrazionale ed estremista. Anche i due leader dell’opposizione precedentemente non avevano scherzato perché rispetto all’andamento di una trattativa con l’Europa ancora in corso e con risultati transitori parzialmente positivi avevano accusato il presidente del Consiglio Conte e il ministro dell’Economia Gualtieri di essere dei traditori. In effetti sia gli uni che gli altri con questa apparente follia polemica vogliono coprire i gravissimi errori fatti fin da gennaio per un verso dal governo, per altro verso dalla Regione Lombardia (discorso ben diverso riguarda il Veneto) nella gestione del Coronavirus.

Le cifre: non si può parlare di modello Italia con circa 150.000 contagiati e 20.000 morti, mentre la Germania con circa 120.000 contagiati ha avuto finora 3.000 morti. Evidentemente qualcosa ha fatto la differenza. In primo luogo, noi non abbiamo affatto attuato il piano anti pandemia rielaborato nel 2017 e abbiamo ridotto al minimo i posti di terapia intensiva: circa 5.000 mentre la Germania ne ha circa 30.000. Esiste certamente anche qualcosa di cui non abbiamo affatto la responsabilità: noi siamo le prime vittime dell’autentico crimine commesso dalla Cina dove il contagio era iniziato a fine novembre ma l’ha comunicato al mondo solo verso il 20 gennaio; a quel punto noi, specie in Lombardia, avevamo già dei contagiati.

Il prof. Burioni, che aveva in precedenza sgominato grillini e leghisti che erano contro i vaccini, ha lanciato il suo allarme l’8 gennaio, ma nessuno gli ha dato retta, anzi il 27 gennaio il presidente Conte ha dichiarato che «la situazione è del tutto sotto controllo». Siccome però il 30 gennaio due turisti cinesi a Roma sono risultati contagiati, con un bel colpo mediatico il governo il 31 gennaio ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiuso i voli con la Cina.
Si è trattato però di una mossa del tutto propagandistica, perché da un lato la chiusura è stata facilmente aggirata, dall’altra perché il governo ha respinto la proposta dei presidenti delle Regioni del Nord di mettere in quarantena i ragazzi cinesi che tornavano in Italia. Nella proposta c’era un pizzico di razzismo che poteva essere facilmente corretto estendendolo a tutti coloro, di qualunque nazionalità fossero, che provenivano dalla Cina.

In ogni caso, visto che era stato dichiarato lo stato d’emergenza tutti, governo e Regioni, avrebbero dovuto impegnarsi alla ricerca di mascherine e di altro materiale, ma nessuno ha fatto niente, anzi l’atmosfera era del tutto rilassata tant’è che sia Sala e Zingaretti da un lato, sia Salvini dall’altro hanno lanciato lo slogan “Milano riapre”. In quel quadro andrebbe fatto un monumento all’anestesista dell’ospedale di Codogno che ha fatto fare il tampone al cosiddetto paziente 1: a quel punto governo e Regione Lombardia hanno capito che avevamo il contagio in casa. Ma le dissennatezze sono continuate: la Regione Lombardia non contrastata dal governo ha consentito la partita Atalanta-Valencia e c’è stato il boom alle stazioni sciistiche.

Il cosiddetto modello Italia, cioè quello di un rilevante livello di blindatura è giusto, solo che lo abbiamo applicato con grande ritardo a marzo e per di più a pezzi e a bocconi. Certamente nel mondo c’è stato chi ha sbagliato più di noi su questo terreno, dalla Francia a Johnson allo stesso Trump, ma ciò non ci assolve visto anche il numero dei morti rimasti sul terreno. Il fatto è che sono esplose anche tutte le contraddizioni e le perversioni della sanità lombarda, che ha privilegiato quella privata fondata su ospedali modello e per un tipo di malattia che consente la massima redditività, dalla cardiologia alla oncologia, mentre il resto è stato lasciato alla sanità pubblica che ha subito però duri tagli. Purtroppo, le cose in Lombardia non si sono fermate qua.

Mentre si è esercitato il massimo rigore con immediata blindatura e zona rossa di Codogno e di altri 10 piccoli comuni, quando la stessa cosa andava fatta a Bergamo e a Brescia, il governo nazionale e la Regione Lombardia si sono palleggiate la responsabilità della decisione per non entrare in conflitto con la Confindustria del Nord che ha esercitato fortissime pressioni affinché si lasciasse tutto aperto: migliaia di morti derivano da questa scelta a favore del profitto più immediato.

Siccome governo, Regioni, Protezione civile, Consip sono rimasti fermi per due mesi, a marzo l’Italia si è trovata del tutto sprovvista di attrezzature e di mascherine non solo per i cittadini, ma anche per i medici e per gli infermieri: così nel modello Italia dobbiamo anche mettere in conto più di 100 medici e di 30 infermieri morti, 5.000 di loro contagiati perché mandati al fronte disarmati. Per quello che riguarda la Lombardia, esistono altre aggravanti. Poiché gli ospedali erano strapieni ed erano diventati pericolosissimi focolai (vedi il caso di Alzano) la Regione (vero assessore Gallera?) ha pensato bene di spostare i malati leggeri di Covid-19 nelle case di cura che li accettavano. Secondo Il Messaggero del 12 aprile dietro questo passaggio c’era anche un business (“Il grande business dei rimborsi dietro la corsa ai pazienti di Covid. Il Trivulzio puntava a incassare 150 euro al giorno per ogni malato trasferito dall’ospedale”). Questa bella operazione si è tradotta in Lombardia in un’autentica strage di anziani (ma in tutta Italia le case per anziani, tranne eccezioni, sono state un disastro).

Da questa ricostruzione assai parziale emerge la ragione di fondo per cui Conte ha portato fino in fondo la rissa, che peraltro Salvini e la Meloni avevano già iniziato sulla trattativa in Europa. Sia Conte sia Salvini devono far dimenticare i gravissimi errori commessi finora dal governo e dalla Regione Lombardia per cui preferiscono, come si suol dire, buttarla in politica e in rissa. Francamente siamo sorpresi che il presidente Mattarella non abbia bacchettato entrambi anche perché la rissa si è trasferita su un terreno, quello dei rapporti con l’Europa, che può essere molto pericoloso per l’Italia. A suo tempo l’Unione Europea con il fiscal compact e poi con il comportamento tenuto da Germania e Francia nel 2011 nei confronti della Grecia, ma anche di una serie di altri paesi fra cui l’Italia, ha commesso una serie di errori molto gravi.