Maurizio Landini scende in campo? Scalda i muscoli nell’attesa di lanciare la sua candidatura politica? Se lo chiedono gli osservatori che lo hanno seguito, ospite d’onore di Nicola Fratoianni alla festa di Sinistra Italiana a Perugia. Un’occasione (non a caso trasmessa in diretta sul sito del Fatto Quotidiano) dalla quale ha rinnovato il guanto di sfida su tanti punti, ma messo a quanto pare in archivio l’idea di dare battaglia sul Jobs Act. Un atto di realismo dopo un po’ di fanfara, si direbbe.

Intanto estende il campo: adesso la battaglia della CGIL andrebbe a colpire le riforme di Calderoli, l’autonomia differenziata. Non sappiamo se con la segreta intenzione di mettersi alla guida del Pd alla prima occasione utile – dopo l’esito delle Europee, per esempio – o se porsi alla guida di una coalizione giallorossa che includa l’immancabile Giuseppe Conte. Il Pd, diventato la sesta stella del Movimento, perfezionerebbe con Landini la sua trasformazione finale.

Intanto in Corso Italia – dove regna il diktat del segreto d’ufficio sulla macchina organizzativa – si mettono a girare gli ingranaggi della mobilitazione del 7 ottobre a Roma. “Sarà una mobilitazione che metterà al centro l’applicazione della Costituzione”, ha spiegato il leader sindacale. E la piattaforma in effetti si allontana un po’ dalle questioni di mero sindacato. “La Cgil – ha sciorinato punto per punto Landini – continua a dire no all’autonomia differenziata, no al premierato, mentre è il momento per investire sul lavoro, per il salario minimo, per investire sulla sanità pubblica e sulla formazione, per fare una vera riforma fiscale”.

Una piattaforma eminentemente politica. L’organizzazione, invece, è in buona parte appannaggio dello Spi-CGIL. Il sindacato dei pensionati annovera, almeno sulla carta, 2.938.889 iscritti: oltre i due terzi degli aderenti al sindacato rosso. “Andate a vedere quali sono le modalità organizzative: chi paga il viaggio, chi paga il pranzo dei manifestanti, cosa prevede l’organizzazione del tour per il seguito, finita la manifestazione”, maligna uno degli informatori che ci hanno scritto.

Noi come è buona norma verificheremo anche questo, prima di pubblicare il seguito dell’inchiesta. “E non sarà difficile”, ci rassicura la nostra fonte. “È il segreto di Pulcinella, uno di quelli che nessuno racconta ma che tutti sanno”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.