Qual è il punto di forza dei magistrati? Che se uno di loro viene criticato, scatta a sua difesa il partito dei Pm. Il principio è chiarissimo: i magistrati possono fare quello che pare a loro e non possono essere criticati. tantomeno denunciati, come ha fatto Matteo Renzi nei confronti dei Pm di Firenze che avevano commesso alcuni abusi nelle indagini sulla fondazione Open. Capito? Se qualche Pm ti mette in mezzo e ti muove accuse fantasiose e chiede che tu sia rinviato a giudizio, tu te ne devi stare zitto e buono fino, eventualmente, all’assoluzione (circa l’80 per cento degli indiziati viene poi assolto). Una specie di legge sulla presunzione di colpa.

Così ieri la giunta dell’Anm (cioè il comitato centrale del partito dei Pm) ha diffuso un comunicato di condanna nei confronti di Matteo Renzi. Intitolato “l’ingiusto attacco del senatore Renzi ai pubblici ministeri fiorentini della vicenda Open”. C’è scritto nel comunicato: “Le parole del senatore della Repubblica Matteo Renzi, pronunciate non appena ha appreso della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Open, travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico. “I pubblici ministeri che hanno chiesto il processo nei suoi confronti sono stati tacciati di non aver la necessaria credibilità personale in ragione di vicende, peraltro oggetto di accertamenti non definitivi o ancora tutte da verificare, che nulla hanno a che fare con il merito dei fatti che gli sono contestati.

Hanno adempiuto il loro dovere, hanno formulato una ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata, nel rispetto delle garanzie della difesa, entro il processo, e non è tollerabile che siano screditati sul piano personale soltanto per aver esercitato il loro ruolo. “Questi inaccettabili comportamenti, specie quando tenuti da chi riveste importanti incarichi istituzionali, offendono i singoli magistrati e la funzione giudiziaria nel suo complesso, concorrendo ad appannarne ingiustamente l’immagine di assoluta imparzialità, indispensabile alla vita democratica del Paese.

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