Matteo Renzi scatena la sua personalissima offensiva mediatica. Il leader di Italia Viva, che rischia il processo dopo la richiesta di rinvio a giudizio dei pm fiorentini per l’inchiesta sulla fondazione Open, non è rimasto un minuto ad aspettare prima di mostrare la sua mossa.

Così l’ex presidente del Consiglio, dopo la notizia della richiesta di processo per lui e altri 10 indagati, tra cui membri di spicco del cosiddetto ‘Giglio Magico’ come i parlamentari Maria Elena Boschi e Luca Lotti, l’ex presidente di Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai.

Renzi, che i magistrati di Firenze ritengono il direttore di fatto dell’ex fondazione Open, è accusato di finanziamento illecito ai partiti in concorso con l’ex presidente di Open, avvocato Alberto Bianchi, con i componenti del cda, Marco Carrai, Luca Lotti e Maria Elena Boschi e con l’imprenditore Patrizio Donnini.

Già ieri era scattata la prima offensiva di Renzi, che tramite l’ufficio stampa di Italia Viva aveva annunciato di aver firmato “una formale denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco, Nastasi”, ovvero il capo della procura di Firenze, il procuratore aggiunto e il pubblico ministero che si sono occupati dell’indagine.

Le accuse ai magistrati in tv

La seconda parte dell’offensiva è arrivata dal salotto televisivo di Bruno Vespa, ‘Porta a Porta’. Lì mercoledì sera l’ex premier ha messo nel mirino i tre magistrati protagonisti dell’inchiesta. Si parte dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, con Renzi che in tv legge la sentenza disciplinare con cui il Csm lo ha sanzionato dopo essere stato accusato da una collega, la pm di Palermo Alessia Sinatra, di averla molestata sessualmente nel 2015 in un hotel di Roma dove era in corso un’iniziativa della loro corrente, Unicost.

È tutto negli atti alla Cassazione – evidenzia Renzi -. Se lo avesse fatto qualcun altro sarebbe stato licenziato. Ma dov’è la credibilità di un magistrato che, riconosciuto colpevole, viene sanzionato non con 6 anni di carcere, come prevedrebbe la legge, ma con due mesi di anzianità della pensione?“, è la domanda ‘retorica’ del leader di IV.

Quindi l’attacco a Luca Turco, “che volle l’arresto dei miei genitori, poi annullato dal tribunale della Libertà”. Quindi Nastasi, il pm accusato da un ufficiale dei carabinieri “di aver inquinato la scena criminis nell’ambito della morte di David Rossi”, il capo della comunicazione dem Monte dei Paschi di Siena trovato morto sulla strada su cui si affacciava il suo ufficio presso Rocca Salimbeni il 6 marzo 2013, una vicenda che ancora oggi resta un mistero.

Il botta e risposta con l’Anm

Ad attacco risponde difesa. Quella dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, che si schiera accanto ai tre magistrati denunciati da Renzi. “Le parole del senatore della Repubblica Matteo Renzi, pronunciate non appena ha appreso della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Open, travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico”, dice il sindacato dei magistrati in una nota.

I pubblici ministeri che hanno chiesto il processo nei suoi confronti sono stati tacciati di non aver la necessaria credibilità personale in ragione di vicende, peraltro oggetto di accertamenti non definitivi o ancora tutte da verificare, che nulla hanno a che fare con il merito dei fatti che gli sono contestati – aggiunge l’Anm -. Hanno adempiuto il loro dovere, hanno formulato una ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata, nel rispetto delle garanzie della difesa, entro il processo, e non è tollerabile che siano screditati sul piano personale soltanto per aver esercitato il loro ruolo. Questi inaccettabili comportamenti, specie quando tenuti da chi riveste importanti incarichi istituzionali, offendono i singoli magistrati e la funzione giudiziaria nel suo complesso, concorrendo ad appannarne ingiustamente l’immagine di assoluta imparzialità, indispensabile alla vita democratica del Paese”.

Anche in questo caso non si è fatta attendere la reazione di Renzi. Il leader di Italia Viva ospite della ‘sua’ Radio Leopolda ha ricordato come la sua vita “è stata scardinata con un dolore personale e familiare che non auguro al peggiore nemico e l’Anm è stata sempre in silenzio. L’appannamento della funzione del magistrato non dipende da quello che dice Renzi ma da quello che fa un magistrato. Se fa un atto sessuale il Csm ti dà due mesi in meno di anzianità, se lo fa un cittadino si prende anni di galera”.

Renzi si dice sicuro che questa vicenda “finirà con un buco nell’acqua“. I magistrati fiorentini che lo accusano, sostiene il numero uno di Italia Viva, “hanno violato la legge e la Costituzione“. Quanto alla denuncia nei confronti dei magistrati fiorentini, “chiedo giustizia e la otterrò. Non è un fallo di reazione ma una battaglia giuridica. I magistrati dell’inchiesta Open hanno sbagliato persona, io non ho paura. Sono una persona libera, non ho paura di dire che quella cosa è ingiusta. Non me ne importa nulla del consenso e dei sondaggi. Mi interessa la verità e la giustizia – conclude Renzi – Sono cascati male, se c’è uno che non si tira indietro sono io. Basta buonismo, ora reagisco“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia