Nessun ferito ma la paura è stata grande
Le fiamme minacciano il carcere di Catanzaro: “Aria irrespirabile nelle celle, manca l’acqua”

Peggiora sempre di più la situazione degli incendi in Calabria. Sono 59 i roghi attivi che stanno distruggendo l’Aspromonte e il reggino. Ma con il passare delle ore si sono spinte oltre minacciando anche i centri abitati. A Catanzaro è andata quasi interamente distrutta la pineta nel quartiere Siano, a nord del capoluogo. Il fumo ha avvolto il carcere, pericolosamente circondato dalle fiamme.
La penitenziaria ha fatto immediatamente rientrare dalle ferie tutto il personale per mettere in sicurezza i 600 detenuti reclusi. “L’aria all’interno del carcere è diventata irrespirabile ed è stato necessario far uscire i detenuti dalle celle e dirottarli in aree meno coinvolte dal fumo, per garantire loro l’incolumità fisica” ha detto Gennaro De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
I detenuti sono stati spostati in una zona protetta in tutta fretta, evitando comunque di venire a contatto tra loro. Un’attività che è durata parecchie ore e che si è conclusa nelle prime ore del mattino di giovedì. A rendere tutto più difficile la carenza di acqua all’interno del carcere. Per fortuna non ci sono state vittime e tutto è tornato alla normalità ma lo spavento è stato grande.
“L’aria all’interno del carcere circondato dalle fiamme – racconta il Segretario della UILPA PP –, oltre che rovente, è divenuta irrespirabile, così è stato necessario far uscire i detenuti dalle celle e dirottarli in aree meno coinvolte ed è stata indispensabile tutta la professionalità della Polizia penitenziaria per garantire in ogni circostanza sia l’incolumità dei ristretti, anche a rischio della propria, sia la sicurezza interna, laddove è stato comunque necessario assicurare che i reclusi dei diversi circuiti non venissero in contatto. Il tutto si è protratto sino a mezzanotte, quando pian piano la situazione è andata migliorando e avviatasi verso una normalizzazione, resa ancora più difficile dalla carenza idrica”.
“Proprio questa – pone l’accento De Fazio – è una delle tante vicissitudini che attanagliano la Casa Circondariale di Catanzaro e su cui si chiede uno sforzo alle istituzioni preposte, dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria al Comune e alla Regione, affinché si trovi una soluzione alla continua riduzione, se non sospensione, dell’erogazione dell’acqua che interessa sia i padiglioni detentivi sia gli alloggi collettivi del personale e che, specie in questi frangenti, complica e drammatizza ulteriormente la situazione già incandescente”.
Al quartiere Siano, la situazione adesso è tornata alla normalità. Resta la ferita al patrimonio ambientale e danni incalcolabili. Rimane, invece, critica la situazione in Aspromonte dove le fiamme continuano a divorare ettari di bosco. Il Santuario di Polsi resta inaccessibile. Sorvegliate speciali restano anche le faggete della vetusta per tanti roghi che la circondano.
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