L'editoriale
L’Europa è l’Ucraina, e l’Ucraina è l’Europa: utilizzare i beni russi congelati per aumentare spesa difesa

In questi tre anni l’Europa ha dato in termini di aiuti all’Ucraina ben più degli Stati Uniti, ricordarlo non è solo una rivendicazione contabile ma un richiamo politico. Necessario. Perché sull’Ucraina abbiamo preso una decisione alta, valoriale: ci siamo schierati con l’aggredito, contro l’aggressore.
Abbiamo sottolineato la primazia del diritto e dei diritti sull’uso della forza e sull’abuso della violenza. Con una scelta politica netta, giusta, nobile l’Europa ha scelto di collocarsi da una parte sola, chiarissima dello schieramento. Contro le canaglie divise e confuse tra aggressori armati e fiancheggiatori disarmanti che hanno provato a rovesciare non solo le sorti di una guerra locale, ma quelle della pace mondiale.
Quando Vladimir Putin mette in discussione l’integrità territoriale di una nazione sovrana prova a ribaltare una scala di valori, una adesione di princìpi che vanno dalla democrazia alla libertà, dal rispetto dello stato di diritto a quello dell’integrità del territorio, al rispetto della vita umana. Fanno benissimo il Presidente Mattarella e Mario Draghi a sottolinearlo.
Per questo oggi come tre anni fa siamo con l’Ucraina fieramente combattente e con il suo Presidente eletto, Volodymyr Zelensky. Il coraggio e la coerenza del popolo ucraino dovrebbero essere da esempio e da modello per noi europei, per noi italiani. Ed è il motivo per cui Il Riformista ha aderito alla manifestazione di Roma, domenica, in solidarietà con l’Ucraina. Marceremo con la bandiera gialla e blu per dire che l’Europa è l’Ucraina, e l’Ucraina è l’Europa. E che, concretamente, L’Europa potrebbe utilizzare i beni russi congelati e non utilizzati per aumentare la spesa per la difesa in un momento in cui è necessario ripensare e aggiornare la sicurezza del continente.
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