Ieri mattina i passeggeri del volo ITA (ex Alitalia) diretti all’aeroporto Ben Gurion se la sono cavata solo con un po’ di ritardo per l’efficacia della difesa aerea israeliana.
Due missili lanciati dallo Yemen sono stati, infatti, intercettati e distrutti da Iron Dome e si aggiungono ai 50mila razzi, missili, droni e bombe telecomandate lanciate da Gaza, Libano e Iran nell’ultimo anno.

La difesa aerea è fondamentale e purtroppo ancora l’Ucraina non è stata aiutata abbastanza in questo settore fondamentale per salvare le scuole, gli ospedali, le infrastrutture critiche e tutta la popolazione civile. Come ha scritto il Professor Isaac Ben Israel, lo Stato ebraico riesce ad abbatterne più del 95 per cento, Kiev invece si stima poco più del 60.

Il no alla sospensione delle sanzioni alla Russia è stato un successo dell’incontro a Parigi dei 31 paesi (Ue e Nato) perché per ora il Presidente Putin tenta il gioco delle tre carte con Trump. Se Meloni per accontentare Salvini non se la sente di inviare nemmeno un istruttore militare italiano, cambi lo schema di gioco. L’Italia si proponga come capofila del pilastro europeo della NATO nel campo fondamentale della difesa aerea, dichiari al Parlamento questa linea di condotta.

La leadership italiana nella difesa aerea può essere il cuore di un nuovo impegno europeo e atlantico a cui Trump difficilmente può dire di no. Mettendo in atto questa strategia la presidente del Consiglio potrebbe raccogliere il tuo invito, caro Direttore, a compiere scelte coraggiose. All’Italia non serve continuare a galleggiare dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Questo è il momento di agire con visioni lungimiranti. La difesa aerea non può essere divisa per 27 e ciò potrebbe suscitare anche la convergenza della parte più intelligente dell’opposizione, mettendo all’angolo Salvini e Conte, ancora una volta uniti nella loro comune e miope demagogia populista.