Nel 2016 mi sono trasferito a Milano da Salerno per studiare. Nel 2019 ho aperto la mia pagina “Un Terrone a Milano”, dove raccontavo la storia di un fuorisede che vive tra tutte le cose belle di una città internazionale piena di possibilità, ma anche tutte le complessità del caso: il costo degli affitti, il costo della vita che ora oltretutto – guardando indietro – non era neanche così alto rispetto ad oggi. In breve la pagina è diventata una community che tra i vari social raggiunge 500 mila persone, per lo più giovani dai 25 ai 35 anni, giovani lavoratori che vivono la città per cercare di avere maggiori opportunità e realizzare i propri sogni.

Nel tempo, così come io ho iniziato a lavorare, ho iniziato a raccontare anche cosa significa lavorare a Milano, cosa significa iniziare a dedicare tutta la propria giornata, le proprie ore al lavoro per poi comunque non riuscire effettivamente a mettersi mai dei soldi da parte.
Ho invitato la mia community a raccontare le loro storie. Me ne arrivano tante ogni giorno, di anche giovani famiglie o semplicemente giovani lavoratori che pur avendo un lavoro decente, una posizione decente, vivono ancora ad esempio a 35-36 anni in condivisione, in affitto con studenti, con altre persone perché non riescono effettivamente a crearsi una propria indipendenza.

Ho intervistato ragazzi che a oltre 30 anni ricevono ancora soldi dai genitori per poter comunque vivere una vita decente a Milano perché non riescono con il proprio lavoro, pur avendo stipendi da 1700-1800 euro. Quando sono arrivato a Milano nel 2016 un affitto comunque in una zona centrale di Milano lo pagavo sui 450 euro per una stanza, oggi la mia community mi comunica che pagano 800-850 euro. È un cortocircuito.

Diciamocelo: ormai l’Italia è Milanocentrica, il problema è stato accumulare tutte le opportunità, tutte le risorse all’interno di un’area. Il problema è che alla fine ci si rende conto che queste opportunità lavorative sì, ti fanno sentire meglio da un punto di vista di realizzazione personale, ma poi a fine mese quando non ti trovi niente sul conto, ti domandi se sia il caso di insistere. E viene vissuto come una sconfitta. Milano rischia di diventare una città per pochi, che però è l’esatto opposto di ciò che l’ha resa grande.

Stefano Maiolica

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