Il nuovo terremoto sul Csm
Loggia Ungheria, nomi e magistrati indagati: Palamara resta a guardare
Un terremoto, uno tsunami, un nuovo scandalo che si abbatte sui magistrati e sul Consiglio Superiore della Magistratura. Non è stato ancora smaltito il caso Palamara che esplode il caso della Loggia Ungheria, raccontata come una grande loggia segreta che condizionerebbe, e quindi gestirebbe, nomine e affari. È stata descritta in oltre dieci verbali dall’avvocato Piero Amara, già condannato e inquisito per i depistaggi contro l’Eni e diversi episodi di corruzione in atti giudiziari. La Procura titolare dell’inchiesta è quella di Perugia. Ha iscritto l’avvocato nel registro degli indagati per associazione segreta.
Amara è stato interrogato diverse volte dai magistrati di Milano, due volte da quelli di Perugia. Ulteriori colloqui nei prossimi giorni. Altro avvocato che ha annunciato di voler collaborare è Giuseppe Calafiore, ex socio di Amara, anche lui già condannato. Della loggia Ungheria farebbero parte politici, magistrati, vertici delle forze di polizia, avvocati e imprenditori. Sarebbero “40 nomi”, ha raccontato l’avvocato. Nessun riscontro, al momento. Le indagini sono partite su alcuni nomi fatti da Amara.
Si indaga anche sulla fuga di notizie: i verbali portati a Roma dal pubblico ministero Paolo Storari all’ex consigliere Csm Piercamillo Davigo e quindi, a quanto pare, inviati ai giornali – Il Fatto Quotidiano e Repubblica – dalla segretaria del Csm e dell’allora consigliere Davigo Marcella Contrafatto. Indagata per calunnia. Perquisita, nella sua abitazione sono stati trovati copie di quei verbali. Chi e perché ha diffuso quei documenti?
Storari avrebbe fatto trapelare quei documenti “a mia tutela, perché i capi non vogliono andare avanti”. Il consigliere del Csm Nino Di Matteo ha parlato di un dossieraggio volto a screditare il suo collega Sebastiano Ardita. Ha detto in sede del Consiglio di aver ricevuto anche lui stesso quei documenti, denunciando tutto. “La lista completa potete trovarla a casa di un giudice, oppure chiederla a Calafiore che la custodisce all’estero”, ha insistito, negli interrogatori a cavallo tra 2019 e 2020, comunque Amara come riporta Il Corriere della Sera. Riferimenti alla loggia sono stati trovati nel suo computer. Un verbale segretato di Amara sarebbe tuttavia uscito dalla Procura di Milano già nel febbraio del 2020, almeno un paio di mesi prima che il pm milanese Storari consegnasse quegli interrogatori a Davigo, in quanto un altro degli indagati nell’inchiesta milanese sul ‘falso complotto Eni’, l’ex manager del gruppo Vincenzo Armanna, anche imputato nel processo milanese sul caso Eni-Nigeria finito con assoluzioni, avrebbe detto ai pm durante un suo interrogatorio di avere a disposizione quel verbale di Amara sulla presunta loggia segreta chiamata ‘Ungheria’. Lo ha riportato il Corriere della Sera.
I documenti fatti circolare erano però privi di firma, niente timbro, motivo per cui Repubblica e Fatto Quotidiano avrebbero deciso di non pubblicare quei testi. E per i trascorsi di Amara che lo renderebbero poco attendibile. “Ho materiale, anche video, per dimostrare i rapporti tra persone che pubblicamente negano addirittura di conoscersi”, avrebbe aggiunto l’avvocato. Contrafatto intanto si avvale della facoltà di non rispondere. Davigo sarà chiamato nei prossimi giorni a spiegare perché la sua segretaria fosse in possesso di quei documenti. Potrebbe essere interrogato anche Storari: il procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi ha annunciato nei suoi confronti accertamenti ipotizzando “gravi violazioni dei doveri di un magistrato”.
L’ex presidente dell’Anm ed ex consigliere del Csm Luca Palamara, ex leader della corrente di centro Unità per la Costituzione, espulso dall’ANM e rimosso dalla magistratura, per lo scandalo esploso sul “Sistema”, per il momento resta a guardare. “In questo momento preferisco essere spettatore, almeno in questi primi giorni”, ha detto a Radio Radicale, osservando che la vicenda dimostra come la stampa sul suo caso “più che un racconto” ha compiuto “una mistificazione dei fatti”.
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