Last week in middle fast
I timori
L’ultima settimana in Medio Oriente: gli accordi fragili, i pregiudizi radicati e gli spettacoli crudeli

Ogni settimana gli israeliani temono che il fragile accordo tra Israele e Hamas salti e che gli ostaggi non facciano ritorno alla data prestabilita. La tragedia degli ostaggi in Israele è sentita moltissimo, non altrettanto in Occidente. Abbiamo visto come lo spettacolo crudele di Hamas degli ostaggi esposti al pubblico ludibrio per umiliare Israele non abbia sortito un grande effetto nell’opinione pubblica, come ci ha ricordato Ernesto Galli Della Loggia in un bellissimo articolo sul Corriere della Sera, nemmeno davanti all’ultimo rilascio degli ostaggi della settimana scorsa, il cui aspetto ricordava quello dei sopravvissuti di Auschwitz.
Anzi, la pubblica opinione sembra aver voluto credere alla narrazione di Hamas sull’argomento: pensiamo al falso video del presunto prigioniero palestinese dall’aspetto emaciato divulgato sui social da Hamas,divenuto virale e ripreso persino da una famosa testata giornalistica italiana, la quale solo dopo ha scoperto che l’uomo in questione era un palestinese malato terminale costretto da Hamas a divulgare falsità. Ma poco cambia l’aver smentito o meno la notizia da parte dei media, tanto l’idea che Israele torturi sistematicamente i prigionieri palestinesi resterà comunque intatta nell’immaginario di molti. Una delle particolarità di questa guerra, infatti, non è che sia stata invasa da una serie di fake news; ciò accade anche in altri conflitti, ma che molti, quando le fake news riguardano Israele, ci credano immediatamente.
Questo perché il pregiudizio contro Israele e così radicato da restare incosciente, e ciò fa sì che si accettino con più facilità rispetto ad altri conflitti le bufale della propaganda islamica, come quella clamorosa del genocidio, con la convinzione da parte di chi l’accetta e ci crede di stare seriamente lottando per ottenere giustizia dei crimini commessi da Israele ai danni del popolo palestinese. Il celebre analista militare inglese Andrew fox non fa che ripetere da 16 mesi che Al Jazeera è l’ala propagandistica di Hamas e che ciò dovrebbe essere sufficiente per far vietare Al Jazeera nel Regno Unito, come avviene in molti stati arabi, tra cui la Cisgiordania. Ma non accadrà, perché il Regno Unito è sommerso dai soldi del Qatar. A causa della propaganda islamica così diffusa è molto difficile dibattere sui tanti aspetti di questa guerra, come quello, ad esempio, evidente, che non c’è modo purtroppo di combattere Hamas da parte di Israele senza vittime civili, a causa proprio del modo in cui i membri di Hamas operano.
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