Con le piazze interdette e le zone “sensibili” off limits per i manifestanti, le città si preparano ad accogliere nelle aree periferiche chi vuole scendere in strada per esprimere il loro dissenso verso provvedimenti governativi sul Covid e altre misure. Fino al 31 dicembre, zone delle città, come il quadrilatero della moda a Milano o piazza del Popolo a Roma, saranno chiuse alle manifestazioni di ogni tipo.
Il giro di vite, inevitabile considerato l’aumento dei contagi di Covid-19 a seguito delle manifestazioni, va di pari passo con la stretta annunciata al livello nazionale dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che proprio ieri ha firmato la direttiva.
Non ci sarà il divieto assoluto e manifestare sarà ancora consentito. I questori, però, potranno autorizzare invece un sit-in oppure prevedere percorsi idonei che non impattino con aree sensibili e zone dello shopping.
Le piazze interdette
A Milano, saranno consentiti cortei preavvisati solamente se gli organizzatori si assumeranno la responsabilità del rispetto della normativa anticovid, ferma restando l’osservanza di eventuali prescrizioni del Questore. Invece, le manifestazioni non preavvisate, sempre che abbiano carattere pacifico, saranno consentite solo in forma statica. Off limits l’area di Piazza Duomo, comprensiva di corso Vittorio Emanuele. Vietata anche piazza Fontana e la zona di Brera.
Limitazioni anche a Roma. Nella Capitale la stretta prevede il limite per la zona centrale, soprattutto in prossimità di luoghi “sensibili”. Off limits piazza del Popolo e le altre aree del centro storico vicine ai palazzi istituzionali. Via libera per l’area della Bocca della Verità, Circo Massimo e piazza San Giovanni: le piazze, alla luce della nuova circolare del Viminale, ospiteranno le manifestazioni nelle prossime settimane.
A Napoli il divieto per lo svolgimento di tutte le manifestazione pubbliche interesserà via Toledo (tratto compreso tra largo Berlinguer e piazza Trieste e Trento incrocio con via Nardones); via Chiaia; via San Sebastiano; via Benedetto Croce, piazzetta Nilo e via San Biagio dei Librai (tratto ricompreso tra piazza del Gesù e via Duomo). Anche il lungomare è off limits per i manifestanti.
A Bologna, dopo settimane relativamente tranquille sul fronte proteste, sono previsti al momento provvedimenti restrittivi solo per piazza Maggiore.
A Padova niente cortei nel centro storico, mentre il sindaco Sergio Giordani ha firmato un’ordinanza che impone per le manifestazioni l’obbligo di mascherina e il distanziamento. A Trieste il prefetto aveva già vietato nei giorni scorsi la concessione di piazza Unità d’Italia.
A Genova per ora non ci saranno piazze proibite, ma è rimane aperta l’ipotesi di vietare Piazza della Vittoria, dove le associazioni come “Libera Piazza Genova” hanno annunciato una mobilitazione in caso di divieto di manifestare.
Al vaglio a Trento la possibilità di non concedere più piazza Dante per le proteste dei no green pass e dei no vax.
Vietato l’accesso anche a piazza del Ferrarese a Bari e piazza Sant’Oronzo a Lecce, piazza Garibaldi a Cagliari e piazza Verdi a Palermo.
Le reazioni
I promotori delle proteste considerano la decisione di chiudere le piazze alle manifestazioni come una “restrizione illegittima”. Il leader della Lega Matteo Salvini è critico e attacca Lamorgese: “Più che vietare i cortei preferirei un ministro dell’Interno che vietasse gli sbarchi“.
Sul piede di guerra la leader di FdI, Giorgia Meloni, che sostiene che “il diritto di manifestare debba essere sempre garantito: le regole valgano per tutti, anche quando si ammassano migliaia di persone per manifestare per il ddl Zan“.
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