In Parlamento si lavora ai margini della manovra. Che di margini ne ha pochi, sì, e nasconde bene il suo tesoretto. Ma ha nel Dl Anticipi una coda capace di indirizzare qualche rigagnolo di quel che il veto del governo sugli emendamenti ha blindato impermeabilmente. Intendiamoci: la riunione di maggioranza della Commissione Bilancio sul Dl Anticipi ieri non ha offerto grandi aperture, rimandando la discussione degli emendamenti delle opposizioni.

Ma una voce ben informata ci dice che il governo potrebbe esprimere un parere favorevole su alcuni di essi. Si vocifera che su un totale iniziale di 950 emendamenti, ne sarebbero stati selezionati 300 per essere valutati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). Tra questi, si stima che una decina siano emendamenti non onerosi, focalizzandosi sul loro voto in Commissione. E fanno capolino anche 10-12 emendamenti presentati dal governo, incluso quello relativo al Codice Identificativo Nazionale (CIN) per gli affitti brevi. Dai relatori ne sarebbero attesi quattro. Si prevede che la votazione in Commissione si concluda entro la settimana, con l’obiettivo di approvare il decreto in Commissione, molto probabilmente attraverso una mozione di fiducia in Aula.

Il piano

I temi caldi, nell’agenda che accompagna il percorso della manovra, sono tanti. C’è quello – combattutissimo – del superbonus, gli affitti brevi, i bonus in generale (e in particolare il bonus psicologo) e lo smart working. Per quanto riguarda il superbonus, rimane netta la contrarietà della premier Giorgia Meloni nei confronti di questa misura introdotta durante il secondo governo Conte. Rimangono aperti vari nodi, come la richiesta di proroga per chi ha già avviato i lavori e la questione dei crediti incagliati. La presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), Federica Brancaccio, ha sottolineato la necessità di una soluzione per i crediti incagliati e una proroga per il superbonus condominiale. La posizione della Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Economia non sembra indicare aperture su questo tema. Un emendamento di Forza Italia, identico a uno presentato dal Movimento 5 Stelle, propone di mantenere il 110% per coloro che completano almeno il 60% dei lavori entro la fine dell’anno, con finanziamento derivante dalla web tax. Nelle more dell’incontro tra governo e opposizione in Commissione bilancio al Senato, la capogruppo di Iv, Raffaella Paita, ha sollecitato una riunione dei capigruppo inf commissione per discutere della ripartizione del tesoretto della Manovra. Rimane che l’iter del Dl Anticipi in Senato, stante l’attesa degli emendamenti del Governo, rallenta per ora il percorso a Palazzo Madama della legge di bilancio. La scadenza di legge a fine dicembre si avvicina a grandi passi. Una pausa dall’iter dell’Esecutivo, quella di questi giorni, che ha consentito al Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, di concerto con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, di dedicarsi alla firma del decreto che dispone a partire dal 1° gennaio 2024 un adeguamento all’inflazione pari a +5,4% delle pensioni. L’aumento segue gli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre.

Le opposizioni

Le opposizioni guardano alle aperture della maggioranza con attenzione. “Abbiamo avanzato le nostre richieste e riteniamo, tra le altre, decisiva la nostra proposta di rivedere i criteri per il riparto dei fondi del trasporto pubblico locale aggiungendo l’accessibilità per le persone disabili: sarebbe una piccola rivoluzione dal grande significato”. L’emendamento – secondo quanto viene spiegato da fonti di maggioranza – sarebbe al momento accantonato perché i criteri sarebbero stati già definiti dal Mit. Il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, preferisce non commentare l’arroccamento sul Superbonus. Parla invece di editoria: “Pure in un contesto macroeconomico complesso stiamo poi lavorando per introdurre nella manovra di bilancio risorse aggiuntive a sostegno delle edicole, del sistema editoriale e dell’innovazione del settore, recuperando gli stanziamenti non utilizzati negli anni precedenti, senza gravare sugli equilibri raggiunti”.

I sindacati

Anche i sindacati si sono fatti sentire, ciascuno a modo suo. Per la Cgil, Maurizio Landini è volato a Cagliari: la Sardegna ha svolto la sua giornata di sciopero generale. Un’altra occasione per suonare le trombe del sindacato rosso: ‘’Bisogna cambiare una finanziaria sbagliata e queste politiche insufficienti a cambiare temi fondamentali, dai salari alle pensioni. Serve una riforma fiscale seria con cui finanziarie investimenti per creare lavoro”. Diverse le corde della Cisl. Il sindacato guidato da Luigi Sbarra ha consegnato presso gli uffici della Camera dei Deputati, dove si è presentato con un furgone, 400.000 firme raccolte in questi mesi dalla Cisl in tutte le città italiane e nei luoghi di lavoro a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare presentata dalla Cisl sulla partecipazione gestionale, consultiva, organizzativa, economica-finanziaria dei lavoratori alla vita delle aziende private e pubbliche, in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. Oggi alle 9 il portone di Palazzo Chigi si aprirà per il confronto Governo-Sindacati sulla manovra. Sarà un’occasione anche per il confronto tra le sigle sindacali, divise da strategie mai tanto divergenti.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.