Prima la Bestia di Morisi e Salvini, poi quella di Casalino e Di Maio. E’ una Maria Elena Boschi che si commuove alla fine del suo intervento sul palco della Leopolda, nella giornata conclusiva dell’undicesima edizione dell’evento ideato e lanciato da Matteo Renzi. La capogruppo di Italia Viva alla Camera ripercorre il calvario giudiziario del padre e la gogna mediatica e le numerose fake news a cui è stata sottoposta nel corso degli ultimi anni dalle forze politiche rivali. “Chi vuole andare con Salvini e Meloni o con Conte e Taverna è libero di farlo, noi saremo sempre contro i populisti” ha chiarito.

Poi rincara la dose tornando sul crac di Banca Etruria che ha coinvolto il padre (all’epoca vicepresidente per poco meno di un anno), la cui posizione è stata archiviata: “Sono stata massacrata per anni e ci sono delle responsabilità precise: i responsabili politici sono quelli che hanno lucrato su questo, i populisti. Qual era la verità lo sapeva la stampa e lo sanno i signori della politica che hanno ridotto Mps nelle condizioni in cui è, e sono gli stessi di quella sinistra che hanno fatto la guerra dentro e fuori, D’Alema e i suoi amici“.

“Noi – chiarisce – i risparmiatori li abbiamo tutelati con la riforma delle banche popolari che era stata scritta 17 anni prima dal direttore generale del Tesoro, Mario Draghi e che era stata scritta dall’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. Noi l’abbiamo fatta – aggiunge – e la responsabilità per i risparmiatori e chi ci ha rimesso in quella situazione è della politica che non ha fatto le riforme negli anni precedenti, degli organi di controllo, e una parte della stampa che ha taciuto su questi scandali”.

Secondo la ex ministra “era molto più facile dare la responsabilità a mio padre che è stato 11 mesi vicepresidente di una banca molto più piccola del territorio che era già in crisi. Ci sono voluti anni, ma mio padre è uscito da quei processi, è fuori da tutto, è stato assolto. Nessuno gli restituirà certi anni. Mio padre è uscito dai processi ma la sua dignità è stata compromessa in modo insuperabile“.

“Una macchina del fango” portata avanti da “Casalino e Di Maio”, “fatta volontariamente e coscientemente per screditarmi“, aggiungendo che “hanno cercato di massacrarmi come donna e persona perché non ci riuscivano sul merito, sul mio lavoro parlamentare”. “Ma non ci fanno paura – ha aggiunto- siamo ancora qui e continueremo a batterci per le nostre idee. E’ l’ora di dire basta, Basta! Noi non siamo come ‘la bestia’, noi non siamo bestie“.

“Trovo un po’ vigliacco il silenzio di qualche ingrato – ha proseguito la Boschi – però rispetto le loro scelte. Io sono ancora qua. Io la faccia ce la metto ancora, e siano ancora più convinti di stare dalla stessa parte con Matteo Renzi. Qualcuno dice che la Leopolda è un’associazione a delinquere. Io sono orgogliosa della Leopolda perché è un vivaio di idee e proposte per salvare il Paese”. Un lungo applauso ha accompagnato la chiusura del suo intervento.

 

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