È un Matteo Renzi sempre all’attacco quello che stasera è stato protagonista a ‘Non è l’Arena’. Intervistato dal padrone di casa Massimo Giletti, il senatore e leader di Italia Viva è tornato ovviamente sul caso Open, l’inchiesta condotta dalla procura di Firenze sulla Fondazione e ‘cassaforte’ del renzismo, dove è indagato per concorso in finanziamento illecito.

“Io sono certo di non aver violato la legge, ma complotto o no alcuni investigatori hanno violato la legge e la Costituzione. Voglio sapere se quelle interrogazioni sono state acquisite in modo legittimo o no”, ha spiegato Renzi. Il riferimento è all’accusa da parte dell’ex premier nei confronti del procuratore aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, i quali avrebbero violato le sue prerogative di parlamentare in quanto “intercettato” abusivamente non chiedendo una formale autorizzazione al Senato.

Una circostanza che sarebbe emersa dall’inserimento nelle carte dell’inchiesta di una chat del 4 giugno 2018 in cui Renzi parla con Vincenzo Manes, uno dei finanziatori di Open, del volo per Washington per parlare alla cerimonia dei 50 anni dall’omicidio di Bob Kennedy: all’epoca il leader di Italia Viva era senatore già da due mesi.

Un processo che per Renzi “è alla politica”. Su Open infatti “è tutto trasparente. La cosa chiara di questa indagine è che sono tutti soldi tracciabili, sia in entrata che in uscita. Poi uno può essere d’accordo o meno su come sono stati spesi. Il problema del processo Open è che non vogliono discutere sui finanziamenti, ma su cosa è partito e cosa non lo è. Se era una fondazione è tutto ok, ma non lo è se è considerato un partito”.

L’ATTACCO A BERSANI – Ma Renzi ha replicato anche a Pierluigi Bersani, che poco prima dagli studi di ‘Otto e Mezzo’, sempre su La7, lo aveva messo nel mirino. “Il Paese si e’ messo alle spalle la stagione renziana e quella stagione ha dato in cinque anni un altro colpo alla credibilità della politica, al fatto che abbia a che fare con la serietà, con la coerenza. E dimostra che non abbiamo gli anticorpi per quel tipo di politica…”, aveva detto Bersani.

Quindi la stoccata sul caso Open: “Quando un segretario di un partito si fa la sua cassa personale del partito, possibile che nessuno abbia aperto bocca? Ma è un problema ricorrente”.

Parole che non sono andate giù al leader di Italia Viva. “Penso che sulla vicenda di Open non ho niente da temere. A Bersani vorrei dire che prima di parlare di finanziamento della politica, come mai lui prendeva i soldi dai Riva a Taranto?”. “Prima di parlare – aggiunge Renzi – dovrebbe spiegare cosa ha fatto sia a Taranto sia nella gestione dei soldi del partito. Quando era segretario del Pd c’era il finanziamento pubblico dei partiti”.

CONTE E IL CASO RAI – Non è mancata una stoccata al ‘nemico’ Giuseppe Conte, che oggi in una conferenza stampa ha annunciato l’addio degli esponenti pentastellati alle trasmissioni Rai dopo le proposte di nomina dei direttori fatte dall’AD Fuortes. 

Per Renzi si tratta di una “grandissima notizia per la Rai. Aumenterà lo share dei programmi Rai, senza Conte”. Il leader di IV ricorda quindi come il Movimento 5 Stelle sette anni fa “diceva ‘no alla lottizzazione’, oggi si lamenta perche’ non ha partecipato alla lottizzazione. Tutte le volte che Conte fa un’uscita da leader M5s è più facile che M5s si distrugga prima della fine della legislatura”.

I SOLDI DALL’ARABIA – Dagli studi di La7 Renzi ha tenuto il punto anche sui soldi ricevuti per i suoi speech in Arabia Saudita. “I soldi dall’Arabia non mi imbarazzano. Io faccio conferenze all’estero che sono permesse dalla legge, se le vietano ne prendo atto”, ha chiarito il senatore.

LA PARTITA DEL QUIRINALE – Renzi che ha anche provato a fare chiarezza sulle affermazioni di Gianfranco Miccichè, leader di Forza Italia in Sicilia che nei giorni scorsi aveva sostenuto di aver saputo da Renzi della disponibilita’ di Iv di appoggiare Silvio Berlusconi nella corsa al Quirinale.

“Miccichè non e’ il mio portavoce e abbiamo già smentito tutto – ha ribadito Renzi -. Ma quello che sta accadendo serve solo ad indebolirmi nella partita per il Quirinale”. “I nomi buoni verranno fuori solo all’ultimo momento, chi sostiene di sapere altro lo fa solo per suoi motivi personali”, ha aggiunto Renzi

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.